Nemmeno l'emergenza coronavirus ferma l'inchiesta Spygate, l'indagine avviata da Washington sulle origini del Russiagate al fine di determinare se la condotta delle agenzie federali nei confronti della campagna di Trump nel 2016 fosse "lecita e appropriata". L'Attorney general William Barr ha dichiarato in un'intervista rilasciata a Fox News che il procuratore John Durham è pronto a perseguire gli ex funzionari della comunità dell'intelligence se le prove dimostreranno che questi ultimi hanno spiato illegalmente la campagna di Trump o hanno fabbricato false prove per incastrare il candidato repubblicano e il suo entourage.
L'Ag Barr, che ha incaricato Durham nel maggio 2019 di fare luce sulla vicenda, ha spiegato a Laura Ingraham di Fox News che il Procuratore del Connecticut sta "cercando di assicurare alla giustizia le persone che hanno commesso abusi se dimostrerà che ci sono state violazioni criminali. La mia opinione è che i fatti ci dicono che non stiamo parlando solo di errori o sregolatezze, c'è qualcosa di molto più preoccupante: arriveremo fino in fondo" ha rimarcato Barr. "Se le persone hanno violato la legge, e possiamo stabilirlo con assoluta certezza, allora verranno perseguite". E l'Attorney general non è uno che rilascia dichiarazioni senza un motivo: significa che qualcosa di serio bolle in pentola.
Spygate, l'inchiesta criminale di John Durham
Alla fine di ottobre, l’indagine preliminare del Dipartimento di Giustizia guidata dall’Attorney general William Barr e condotta dal Procuratore John Durham si è “evoluta” in un’indagine criminale a tutti gli effetti. Questo significa che i dirigenti e gli ex funzionari dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia eventualmente coinvolti rischiano un’incriminazione e permette a Durham di raccogliere testimonianze, accedere ad ulteriori documenti e di formulare delle accuse precise (nel mirino ci sarebbe l'ex direttore della Cia Brennan). Significa anche che l’indagine preliminare condotta in questi mesi ha portato alla raccolta di prove significative. Secondo Fox News, infatti, l’indagine del procuratore John Durham "si è estesa” sulla base delle prove a Roma. Barr e Durham non sono tornati a casa a mani vuote dopo i due incontri con i vertici dei servizi segreti italiani del 15 agosto e 27 settembre. Quali sono le prove "decisive” raccolte a Roma che hanno permesso a Barr e Durham di passare da un’inchiesta preliminare a un’indagine penale a tutti gli effetti? Secondo quanto riportato dal Daily Beast, Barr e Durham erano particolarmente interessati da ciò che i servizi segreti italiani sapevano sul conto di Joseph Mifsud, il docente maltese al centro del Russiagate, colui che per primo – secondo l’inchiesta del procuratore Mueller – avrebbe rivelato a George Papadopoulos l’esistenza delle mail compromettenti su Hillary Clinton.
Che fine ha fatto Joseph Mifsud? Quell'inchiesta di InsideOver mai smentita
Secondo un'inchiesta di InsideOver, riportata anche dalla stampa americana, nei corridoi del tribunale di Agrigento - dove il docente è indagato per la vicenda delle spese pazze - serpeggia il tragico sospetto che lo stesso Joseph Mifsud possa non essere più in vita. Un'ipotesi che fonti della procura ritengono vera "all'80%": "Le probabilità che sia morto confermano dal tribunale sono molto alte".
Indiscrezione che non è mai stata smentita, nemmeno dal suo avvocato Stephan Roh, e che va ad alimentare il mistero su una spy story internazionale su cui pesano ancora troppi interrogativi a cui forse Barr e Durham cominceranno a dare risposta. A cominciare da un quesito piuttosto inquietante: Roma è davvero "l'epicentro della cospirazione", come ha sostenuto l'ex advisor di Trump George Papadopoulos e come ha rimarcato dall'ex sindaco di New York Rudy Giuliani?
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