"C'era una distesa di cadaveri". In Sri Lanka attacchi di matrice religiosa

La Polizia ferma sette presunti responsabili, ma non rivela il gruppo di appartenenza: tante le ipotesi al vaglio, l'unica certezza è che chi ha colpito in Sri Lanka ha voluto attaccare frontalmente la comunità cristiana

"C'era una distesa di cadaveri". In Sri Lanka attacchi di matrice religiosa

Agli atti ci sono degli allarmi che però, probabilmente, sono stati ignorati o presi sotto gamba. Il punto è che adesso lo Sri Lanka, mentre conta le vittime sotto gli occhi di un mondo inorridito per la barbarie con cui sono stati attaccati inermi ed innocenti fedeli cristiani mentre seguivano la messa di Pasqua, si ritrova ad un bivio e si interroga su chi possa essere stato ad attuare un così terribile piano.

Anche perché non risultano ancora rivendicazioni, fatto strano per attentati del genere certamente non frutto dell’azione di un singolo ma figli di un preciso piano architettato nei minimi dettagli. Andare a scovare la matrice di questo attacco, appare alquanto difficile in un paese, come lo Sri Lanka, attraversato da una moltitudine di tensioni politiche e religiose.

Proprio fra pochi giorni ricorre il decimo anniversario della fine della lunga e sanguinosa guerra civile, combattuta dal governo contro le “tigri Tamil” formate dalla minoranza induista. Terminato quel conflitto, nello Sri Lanka però la pace non appare propriamente avviata. Anzi, nel marzo 2018 il governo instaura lo stato d’emergenza in quanto si assiste ad attacchi di estremisti buddisti contro i musulmani.

Intervistati dalla Cnn poche ore dopo gli attacchi, alcuni analisti del paese asiatico specificano che una mossa come quella odierna non può essere opera delle tigri Tamil: “Non attaccano le Chiese, non è mai accaduto – spiegano alla tv americana gli intervistati – I Tamil nella loro storia non hanno mai attuato attentati di questo calibro per di più contro la minoranza cristiana”.

Anche perchè è la stessa Polizia a parlare adesso di "matrice religiosa" dietro l'attacco e le tigri Tamil, ufficialmente peraltro disciolte dopo il conflitto, sono guidate da un'ideologia secolare - marxista, che nulla ha a che vedere con rivendicazioni religiose. Scartata apparentemente questa pista, allora il pensiero potrebbe andare agli estremisti buddisti od a quelli musulmani. Nel paese ad essere in maggioranza sono i buddisti, che rappresentano il 70% della popolazione. Poi i tamil induisti sono il 12%, musulmani e cristiani sono rispettivamente il 10 e l’8% dei fedeli.

“Musulmani e cristiani fanno storicamente da cerniera rispetto alla maggioranza buddista ed agli induisti che si sono combattuti in una sanguinosa guerra civile”, scrive Alberto Negri: l’attacco quindi, appare sempre più difficile da decifrare.

Attualmente si fa strada l’ipotesi dell’Isis, ma la mancata rivendicazione spiazza poliziotti ed analisti: il califfato avrebbe tutto l’interesse a rivendicare da subito un così spietato attacco contro i cristiani in un paese dove fino ad oggi non hanno mai subito grosse repressioni.

Le indagini quindi risultano molto complicate: sette presunti responsabili sono stati fermati, ma le autorità affermano di non poter dire per conto di chi avrebbero agito gli arrestati "finchè le indagini non saranno concluse". Nel frattempo la conta dei morti va tragicamente avanti ed aumentano le testimonianze: “Davanti agli occhi ho ancora immagini dolorosissime – dichiara padre Quintes all’AdnKronos - Quanti cadaveri. I corpi sono stati portati via a distanza di sette ore dagli attentati. Ora la situazione è sotto controllo, la Polizia ha ripreso il controllo. Le strade sono chiuse, piene di militari. A Negombo nelle esplosioni hanno perso la vita tantissime persone".

Le immagini di questa tragica Pasqua difficilmente verranno dimenticate: le statue del Cristo ricoperte di sangue, i morti all’interno delle Chiese e degli alberghi colpiti,

l’atmosfera di attacco frontale alla libertà di culto e di manifestare il proprio credo, lo Sri Lanka vive il suo 11 settembre con lo spettro di nuove e gravi tensioni tra le comunità che compongono questa martoriata isola.

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