Gli Stati Uniti scelgono, ancora una volta, la via della rottura con la comunità internazionale. L'ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite ha annunciato che il suo Paese si ritira dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, definito come "la fogna della faziosità politica".
"Prendiamo questa decisione perché il nostro impegno non ci permette di continuare a far parte di un'organizzazione ipocrita e asservita ai propri interessi che ha fatto dei diritti umani una barzelletta", ha dichiarato la Haley.
La scelta è stata giustificata, in primo luogo, con la faziosità dimostrata dal Consiglio contro Israele. Il pregiudizio contro Israele, vera pietro dello scandalo che ha portato allo strappo di Washington, risiede, a detta dei funzionari Usa, in due numeri. Gli Stati Uniti rimproverano infatti al Consiglio di aver approvato più di 70 risoluzioni contro Israele e solo sette contro l'Iran. Questi numeri hanno portato Washington a ritenere inutile la sua presenza nell'organismo di Ginevra.
Per la Haley, questi numeri confermerebbero "l'ipocrisia" di questo Consiglio, cui si aggiungono le ultime decisioni assunte dall'organismo, tra cui l'ammissione del Congo e l'incapacità dell'organismo internazionale di vigilare su Iran e Venezuela. Per gli Stati Uniti c'erano tutti i presupposti per questo strappo: che infatti era nell'aria da molti mesi.
"Quando abbiamo chiarito che avremmo fortemente premuto per riformare il Consiglio", ha aggiunto, "Paesi come Russia, Cina, Cuba ed Egitto hanno tentato di minare i nostri sforzi", ha confermato la Haley. Che ha dunque ribadito la guerra in corso in sede Onu fra le varie potenze per declinare la propria agenda politica. Non solo diritti umani, ma soprattutto tanta politica.
Il segretario di Stato Mike Pompeo ha chiarito che gli Stati Uniti non si ritirano dall'impegno "sul fronte dei diritti umani". Pompeo, al contrario, ha voluto ribadire l'esatto opposto: "facciamo questo passo perché il nostro impegno non ci consente di rimanere parte di un'organizzazione ipocrita ed egoista che si fa beffe dei diritti umani". Ma è una decisione destinata, ancora una volta, a far discutere. Come tutto quello che compie la nuova amministrazione targata Donald Trump.
Se infatti gli Stati Uniti hanno ricevuto il plauso di Israele, che ha definito la scelta come " una decisione coraggiosa contro l'ipocrisia e le bugie" del Consiglio dei Diritti Umani, dall'altro lato sono molti i Paesi e le agenzie internazionali a chiedere un ripensamento. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha detto che "avrebbe preferito che gli Stati Uniti rimanessero nel Consiglio".
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ràad Al Hussein ha definito il ritiro "deludente, se non addirittura sorprendente"."Dato lo stato dei diritti umani nel mondo di oggi, gli Stati Uniti dovrebbero intensificare gli sforzi e non fare un passo indietro", ha scritto Zeid su Twitter.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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