Era l'aprile del 2015 quando gli studenti dell'università di Città del Capo diedero vita a proteste per chiedere la rimozione, dal campus universitario, della statua di Cecil Rhodes il colono britannico, arrivato in Sud Africa a fine ottocento e considerato il simbolo dell'espansionismo europeo nel continente africano.
Quelle che all'inizio erano considerate semplici manifestazioni di protesta contro un retaggio storico ingombrante e con cui è impossibile venire a patti, partorirono poi il movimento ''Rhodes Must Fall'' (Rhodes deve cadere) e sfociarono in quella che venne definita la guerra delle statue. In Sud Africa gli studenti neri e bianchi contrari ai cimeli che rievocavano in qualche modo il regime di Apartheid, assaltarono i monumenti dei colonizzatori imbrattandoli e distruggendoli. Immediata fu la risposta dei discendenti degli Afrikaner che sfogarono il proprio livore contro i busti degli uomini simbolo della lotta contro la segregazione. Oggi però la protesta è sbarcata in Europa, e precisamente nella rinomata università di Oxford.
Oltre 2000 studenti del celebre ateneo hanno infatti firmato una petizione nella quale chiedono l'abbattimento del monumento di Rhodes presente nell'università inglese. All'interno del manifesto si legge '' la figura del colonialismo britannico va contro la cultura d'integrazione che la celebre università promuove''.
E quindi, se da un lato l'Europa prende sempre più coscienza di cos'è stato il periodo coloniale in Africa e si mobilita per togliere gli onori monumentali ai responsabili di questo avvenimento; quest'anno gli intellettuali francesi hanno chiesto al comune di Parigi la cancellazione di via Leopoldo II e oggi gli studenti inglesi ridanno linfa al movimento sudafricano ''Rhodes Must Fall'', dall'altro lato c'è però chi si oppone e difende le glorificazioni delle figure che intrapresero l'espansionismo europeo in Africa.
L'ex presidente sudafricano Frederik De Klerk, con un'editoriale sul Time ha rammentato infatti che Rhodes è il responsabile della sanguinosa guerra Anglo-Boera, ma che il suo ricordo non deve essere cancellato dalla storia ''in nome del politicamente corretto''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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