Inizia la settimana in cui l'Europa rischia di implodere. I capi di Stato e di governo di alcuni dei Paesi dell'Unione europea sono a Bruxelles dove cercano di trovare un difficile accordo per affrontare l'emergenza immigrazione prima del Consiglio europeo previsto per la prossima settimana. Un vertice resosi indispensabile a causa delle tensioni tra i Paesi membri e che difficilmente porterà a una soluzione, visto lo scontro tra Francia e Italia.
"La prima priorità se vogliamo salvaguardare la libera circolazione all'interno dell'area Schengen, è quello di avere un controllo forte alle frontiere esterne europee", ha spiegato il premier belga Charles Michel, "La seconda è andare a fondo su questi hotspot. La terza riformare Dublino, per coniugare solidarietà e responsabilità".
E se i Paesi del Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), hanno deciso di non partecipare a quella che è già stata definita "una riunione di lavoro", l'Italia non ha intenzione di fare passi indientro sulla linea dura intrapresa - soprattutto dal ministro Matteo Salvini -, nei confronti dell'Europa e della gestione del problema. La vicenda dell'Aquarius e quella della Lifeline - le navi delle Ong a cui è stato impedito l'attracco nei porti italiani -, sono in questo senso emblematici.
Giuseppe Conte ha quindi annunciato che l'Italia presenterà "una proposta totalemente nuova", un "radicale cambio di approccio" per "superare completamente il regolamento di Dublino perché crediamo sia basato su una logica emergenziale mentre noi vogliamo affrontare il problema in modo strutturale".
Dal canto suo Emmanuel Macron - che pur rappresenta un Paese non certo campione d'accoglienza e che non ha risparmiato insulti e attacchi all'Italia, fino a negare la crisi migratoria - chiede che l'Europa si rifaccia ai valori fondanti, basati "sul rispetto dei diritti dell'uomo" e sulla "solidarietà". "Dobbiamo arrivare a una soluzione che è europea e che si basa sulla cooperazione tra gli Stati", spiega, "E la cooperazione significa la responsabilità di ciascuno a partecipare e a condividere il carico. Dobbiamo proteggere le frontiere e avere una buona organizzazione lavorando sulla procedura di asilo, e fare accordi per rendere più efficace il sistema". Poi però attacca ancora: "La Francia non prende lezioni da nessuno: è il secondo paese di accoglienza per coloro che chiedono asilo, quest'anno"
Per Macron, inoltre, si configura una sorta di Europa a due velocità, con un accordo che potrebbe riguardare anche solo una parte dei Ventotto. Di intese "rapide" ma solo tra "alcuni Stati" parla Angela Merkel - alle prese sul fronte interno con le critiche mosse dal nuovo ministro dell'Interno -. "Si deve mettere in campo soluzioni equilibrate e giuste", ha detto la Cancelliera.
In questo quadro pure Angela Merkel sembra in difficoltà. Al punto che alla prima minaccia dell'Italia - irritata dalle indiscrezioni sulla bozza che non tenevano conto degli sbarchi tanto quanto dei ricollocamenti - si è precipitata a chiamare Conte e ad assicurare che i giochi non erano già fatti.
A termine del vertice il premier maltese Joseph Muscat si è detto soddisfatto. "Adesso non è il momento di puntare il dito contro qualcuno, ma credo che si debbano trovare soluzioni, non è un gioco allo scaricabarile", ha detto. Mentre Pedro Sanchez si è detto pronto a "studiare la proposta italiana".
La proposta italiana
A Bruxelles, Conte ha portato una proposta intitolata "European Multilevel Strategy for Migration". Che prevede centri di protezione internazionale nei Paesi di transito in cui vengano valutate richieste di asilo "anche al fine di rimpatri volontari". Questo anche lavorandocon Unhcr e Oim e rifinanziando il fondi per l'Africa "che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger". Inoltre l'Italia chiede di scindere il concetto di "porto sicuro di sbarco" da quello di "Stato competente ad esaminare richieste di asilo": "Va rivista la responsabilità comune tra Stati membri su naufraghi in mare che non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo.
Si deve superare il concetto di attraversamento illegale per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste di asilo. L'obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti".
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