Svizzera, a processo eroe anti Isis: "Ha violato la neutralità"

Nella Confederazione si stanno moltiplicando gli attestati di solidarietà inviati da semplici cittadini all'indirizzo del "guerriero anti-jihadisti"

Svizzera, a processo eroe anti Isis: "Ha violato la neutralità"

Polemiche in Svizzera per il processo intentato dalla magistratura federale a carico di un "eroe anti-Isis".

Un tribunale militare elvetico ha infatti di recente "incriminato" Johan Cosar, ex ufficiale dell'esercito di Berna recatosi nel 2015 in Siria per combattere le milizie jihadiste. Costui, rientrato in patria agli inizi di quest'anno, ha commentato la notizia del proprio rinvio a giudizio ribadendo ai media locali la "natura sacrosanta" della scelta di andare a combattere le truppe di Abu Bakr al-Baghdadi. L'ex esponente delle forze armate di Berna ha quindi dichiarato di essere "orgoglioso" di avere ostacolato l'avanzata dello Stato Islamico in Medio Oriente e di avere "difeso la minoranza cristiana siriana" dalle rappresaglie degli islamisti.

Durante la sua permanenza in Siria, Cosar aveva fondato una propria organizzazione militare anti-Isis, il Syriac Military Council. Egli aveva quindi ricoperto, all'interno di tale formazione, l'incarico di "istruttore delle reclute" e, all'apice dellla campagna internazionale "anti-califfato", aveva ai suoi ordini "oltre 500 volontari".

Il tribunale militare e il ministero della Giustizia elvetici hanno giustificato il procedimento penale a carico di Cosar accusando quest'ultimo di avere "violato la secolare tradizione svizzera della neutralità". Karin Keller-Sutter, responsabile del dicastero in questione, ha infatti rinfacciato all'"eroe anti-Isis" di essersi comportato da "mercenario", andando a combattere per un "esercito straniero" senza avere ottenuto alcuna previa autorizzazione dalle autorità federali. Cosar, nonostante abbia combattuto lo Stato Islamico, rischia fino a "tre anni di carcere".

Nella Confederazione si stanno nel frattempo moltiplicando gli attestati di solidarietà inviati da semplici cittadini all'indirizzo del "guerriero anti-jihadisti". I sostenitori dell'ex ufficiale dell'esercito di Berna affermano che "chi ha combattuto l'Isis non va processato, ma va insignito delle massime onorificenze nazionali". A sostegno di Cosar e contro l'"illogicità" di governo e magistratura si è schierato anche uno dei principali partiti svizzeri, l'Unione Democratica di Centro.

Tale forza politica, di orientamento conservatore, ha quindi etichettato come "uno spreco di denaro pubblico" il processo a carico del fondatore del Syriac Military Council, in quanto diretto a punire una persona che ha "lottato per una giusta causa, ossia la difesa dei cristiani siriani dalla barbarie degli islamisti".

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