Una taglia di 5 milioni di dollari sul leader Isis che aiuta i jihadisti ad entrare in Siria

La decisione di Washington arriva dopo le stragi di Parigi. Muhammad al-Shimali è accusato di aver trasferito centinaia di aspiranti jihadisti dall'Europa alla Siria

Una taglia di 5 milioni di dollari sul leader Isis che aiuta i jihadisti ad entrare in Siria

Trentasei anni, iracheno con passaporto saudita scaduto nel 2008. Nome di battaglia: Tarad Aljarba. È uno dei leader dello Stato Islamico tra i più attivi nella Commissione Immigrazione e Logistica del Califfato ed è responsabile di aver facilitato il trasferimento di centinaia di foreign fighters dalla città di Gaziantep in Turchia, a Jarabulus, città siriana al confine turco, per arruolarli nelle fila dello Stato Islamico.

Su Abu-Muhammad al-Shimali, questo è il suo nome di battesimo, ora pende una taglia del governo degli Stati Uniti di oltre 5 milioni di dollari. Washington, che aveva già schedato il 29 settembre scorso al-Shimali nella lista degli Specially Designated Nationals del dipartimento del Tesoro statunitense, ora è disposta a ricompensare con questa cifra chiunque possa fornire informazioni utili ad individuare la posizione del jihadista. La decisione è stata presa dal governo dopo le stragi del venerdì nero di Parigi.

Al-Shimali, secondo il governo degli Stati Uniti, avrebbe coordinato il trasferimento in Siria e in Iraq di gran parte dei 25.000 foreign fighters appartenenti ad oltre 100 diverse nazionalità, oltre a coordinare le attività di contrabbando dello Stato Islamico. Nel 2014, in particolare, secondo le informazioni rese note dal Dipartimento di Stato americano, grazie ad al-Shimali, aspiranti jihadisti provenienti da Australia, Europa e Medio Oriente, hanno raggiunto il campo di addestramento per le nuove reclute dello Stato Islamico ad Azaz, a circa 30km a nord-ovest di Aleppo, in Siria. Dove l’Isis fornisce armi e addestramento, dove insegna a maneggiare gli esplosivi e dove vengono pianificati gli attentati in Occidente.

Inoltre, dopo gli attentati jihadisti che hanno colpito la settimana scorsa nel cuore dell’Europa, l’America è sempre più divisa sulla questione dei rifugiati dalla Siria, e sul rischio che tra loro si infiltrino, come è successo a Parigi, combattenti di ritorno. Secondo un sondaggio di Bloomberg infatti, il 53% degli americani sarebbe favorevole ad uno stop del programma di accoglienza di 10.000 siriani entro il 2016, voluto da Obama. Una posizione che è appoggiata anche dallo schieramento repubblicano, che si prepara in queste ore a presentare una proposta di legge per ostacolare l’ingresso dei profughi siriani negli Stati Uniti.

Ma la Casa Bianca ha già promesso battaglia, e il presidente Obama ha già fatto sapere che intende bloccare con lo strumento del veto presidenziale qualsiasi risoluzione di questo tipo, che, ha precisato il presidente, "introdurrebbe requisiti inutili e impraticabili" per "alcune delle persone più vulnerabili del mondo".

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