Alexis Tsipras ha presentato il suo programma economico lo scorso settembre, intervenendo alla Fiera Internazionale di Salonicco, il più importante evento economico ellenico. Il suo Piano per la ricostruzione nazionale si basa su quattro pilastri generali: la fine della crisi umanitaria in Grecia, la rivitalizzazione dell’economia, il rilancio dell’occupazione e la riforma del sistema politico. Il suo principale impegno è il taglio del debito greco, non solo sulla parte degli interessi, così che diventi sostenibile. Ciò prevede ovviamente un negoziato (ma non con la Troika, visto che il Memorandum verrebbe stracciato): la sede, è stato detto, potrebbe essere una conferenza internazionale dei creditori sul modello di quella che si tenne nel 1953 quando fu abbattuto il debito della Germania post-bellica.
Alla crisi umanitaria, cioè la povertà che attanaglia molti greci, è legato innanzitutto un intervento sul fisco, divenuto un peso insostenibile per molte famiglie elleniche. Il governo di Syriza intende cancellare l’odiata tassa sulla casa (Enfia) e innalzare a 12.000 euro la soglia di esenzione fiscale. Lo stato greco denuncia un’evasione fiscale per 68 miliardi: 20 di questi verranno ripresi in un arco di sette anni con lotta agli evasori, soprattutto appartenenti alle classi più abbienti. La misura porterebbe 3 miliardi nelle casse statali già nel primo anno, secondo le previsioni. Gli strati sociali più deboli beneficeranno di elettricità in parte gratuita e sostegno all’alimentazione con i buoni pasto. Ci sarà il ripristino della tredicesima, assistenza medica gratuita per chi è disoccupato e non ha polizza assicurativa, pass gratuito per i trasporti per i disoccupati a lungo termine. Occupazione: è previsto un piano biennale da 5 miliardi di euro, finanziato da fondi Ue, per creare occupazione, stimolando soprattutto piccole e medie industrie con una visione etica dell’economia e create da giovani.
Verranno cancellate le leggi che oggi consentono licenziamenti facili e di massa da parte delle aziende. Syriza promette che uno dei primissimi provvedimenti sarà innalzare il salario minimo a 751 euro, dai 450 attuali. Promesse ambiziose. Che bisognerà vedere se riusciranno a essere mantenute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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