Cresce la tensione fra Iran e Stati Uniti dopo le parole del presidente Hassan Rohuani in risposta al possibile blocco dell'export di petrolio iraniano. Il presidente ha detto all'amministrazione americana di "non giocare con la coda del leone", parlando di un possibile conflitto contro l'Iran come "la madre di tutte le guerre".
A queste parole, è arrivato il duro commento di Donald Trump attraverso il suo profilo ufficiale di Twitter: "Non minacciare mai più gli Stati Uniti o ne pagherete le conseguenze come pochi nella storia ne hanno sofferte. Non siamo un Paese che tollererà più le vostre stupide parole di violenza e morte. Fate attenzione".
Parole durissime che rischiano di portare ancora di più il Golfo Persico verso il baratro della guerra. Un tono troppo diverso da quello utilizzato dal segretario di Stato Mike Pompeo in un convegno con i dissidenti iraniani. Il capo della diplomazia Usa ha accusato i leader iraniani del fatto che "il livello di corruzione e ricchezza tra i leader del regime dimostra che l'Iran è guidato da qualcosa che assomiglia alla mafia più che a un governo". E poi ha continuato: "A volte sembra che il mondo sia diventato insensibile davanti all'autoritarismo del regime all'interno del Paese e alle sue campagne di violenza all'estero, ma l'orgoglioso popolo iraniano non resta in silenzio sui molti abusi del suo governo".
Pompeo ha poi lanciato un appello: "Chiediamo a tutti i Paesi che sono stanchi del comportamento distruttivo della Repubblica islamica di unirsi alla nostra campagna di pressione, e questo riguarda in particolare i nostri alleati in Medio Oriente ed in Europea, dove ci sono persone che sono state terrorizzate per decenni dall'attività violenta del regime". E questa campagna di pressione riguarda soprattutto la volontà degli Stati Uniti di bloccare completamente le esportazioni di petrolio iraniano.
La minaccia sull'export di petrolio è stata la miccia che ha fatto esplodere l'incendio nelle alte sfere di Teheran e che rischia di creare un circuito difficilissimo da interrompere. Rohuani e l'Ayatollah Ali Khamenei sono concordi nel ritenere questa politica di blocco dell'export petrolifero come un vero e proprio atto di guerra. E l'Iran, di conseguenza, ha minacciato la chiusura dello stretto di Hormuz, dove però transita il petrolio non solo iraniano, ma anche di tutto il Golfo Persico. Bloccare lo stretto equivale quindi a bloccare l'intero traffico mondiale di oro nero.
La Repubblica islamica ribolle.
Le sanzioni hanno già colpito duramente la classe media e le frange più estreme della politica, in particolare quelle più conservatrici e quelle legate ai Guardiani della Rivoluzione, attraggono quelle fette di popolazione e di funzionari che sentono che la politica diplomatica di Rohuani non ha portato ad alcun miglioramento. La netta virata di Israele e Stati Uniti nei confronti di Teheran sta cambiando la situazione in Medio Oriente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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