Dopo l'abbattimento del drone Usa da parte dell'Iran e il presunto attacco nei confronti di Teheran fermato da Donald Trump, la tensione nel Golfo Persico non accenna a diminuire. E adesso le compagnie aeree iniziano a prendere i primi provvedimenti modificando le rotte dei propri aerei.
United Airlines, Klm, Lufthansa, British Airways e Qantas sono le prime aziende che hanno annunciato che non sorvoleranno il Golfo dell'Oman e lo Stretto di Hormuz per tutelare la sicurezza dei proprio voli. Come dichiarato dalla compagnia dei Paesi Bassi Klm, "l'incidente con il drone è una ragione per non sorvolare lo Stretto di Hormuz per il momento. Questa è una misura precauzionale" e, come riportato da Il Corriere della Sera, l'azienda olandese ha ribadito che la sicurezza è "la priorità assoluta". L'azienda australiana Qantas, invece, ha voluto affermare che la decisione sulle rotte avrà in particolare effetto sulle tratte tra l'Australia e Londra, ma che questo non dovrebbe implicare un aumento dei tempi dei voli. Da giovedì scorso, invece, gli Stati Uniti hanno diramato l'ordine a tutte le compagnie nazionali di non sorvolare Golfo Persico e Golfo dell'Oman "fino a nuovo ordine".
Dopo l'annuncio delle cinque comapgnia, anche le compagnie asiatiche come Emirates, Etihad, FlyDubai, Singapore e
Malaysia airlines, hanno dichiarato di aver modificato le rotte del volo. E subito dopo, è arrivato anche lo stesso tipo di provvedimento da parte di Alitalia, che ha comunicato il cambio della rotta Roma-Dheli.
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