“Vede”, mi indica con la mano tremolante un abitate di Montecilfone, “fino al 16 agosto, giorno del terremoto di magnitudo 5,2, queste strade erano invase dai turisti. C’erano così tante persone che i tavolini dei bar si disponevano lungo tutta questa via ed erano sempre occupati. Si faceva quasi fatica a camminare. Ovunque vi era tanta allegria. Ora invece…”. Ora invece queste stesse stradine, con le loro atmosfere romantiche, sono desolatamente vuote.
Ad avvolgerle solo un cupo silenzio carico di mestizia e di apprensione. I visitatori sono scappati via già pochi minuti dopo la scossa mentre tra la popolazione aleggia la paura per quanto potrebbe accadere in un imminente futuro. È stato proprio nei pressi di questo caratteristico paese in provincia di Campobasso, infatti, che si sono registrati gli epicentri dei due forti terremoti che hanno segnato in modo indelebile l’estate molisana. L’attenzione di molti per i fenomeni tellurici è svanita nel giro di poche ore. Eppure, non molti sanno che ci sono centinaia di persone costrette a lasciare le loro case perché dichiarate inagibili.
“Abbiamo una grande difficoltà a condurre una normale vita quotidiana”, afferma una signora che trascorre un po’ di tempo con delle amiche in un bar. Lei è solo una degli abitanti di Montecilfone obbligata dagli eventi a vivere in una tenda. La sfortunata donna non ha perso solo la casa: “Badavo ad un’anziana che ora è stata trasferita in una casa di riposo lontano da qui. Ed anche mio marito ha appena perso il suo impiego sempre a causa del sisma”. Una vita stravolta nel giro di pochi secondi. Nonostante tutto, però, continua a conservare una forza d’animo straordinaria:“Bisogna andare avanti. Ora sono più sicura in tenda ma mi auguro che il prima possibile si possa rientrare in casa. Preferirei nella mia, ma accetterei anche un’altra abitazione” (guarda il video).
Parole dure le riserva al Capo della Protezione civile Angelo Borrelli: “Capiamo la particolarità della situazione ma ha detto una cosa giusta nei modi sbagliati. Dopo le sue parole la gente è ancor più terrorizzata”. Un pensiero, questo, condiviso anche dagli altri presenti che si dicono sorpresi e frastornati dalle dichiarazioni espresse da Borrelli.
Alla mensa dove pranzano gli sfollati molti sorrisi, tanto spirito di collaborazione ma pochissima voglia di parlare. E lo stesso vale per chi incontro per strada: un amichevole saluto ma non appena provo a rivolgere qualche domanda tutti si sottraggono. I cittadini, però, ci tengono a far sapere di apprezzare il lavoro straordinario dei volontari della Protezione civile e dei vigili del fuoco che stanno spendendo le loro energie per rendere la vita dei terremotati quanto meno complicata è possibile.
I danni più consistenti agli edifici si sono avuti nel centro storico. È qui che si trova anche il grande serbatoio d’acqua che dovrebbe essere abbattuto a breve perché pericolante. Da ciò che si coglie nell’aria pare di capire che nell’animo dei residenti ci siano sentimenti contrastanti; da una parte i cittadini vorrebbero salvare quello che considerano una sorta di simbolo del paese ma dall’altra sono consapevoli che far restare in piedi questa struttura creerebbe una ulteriore minaccia per la sicurezza.
Distante da Montecilfone solo 11 km, anche il centro abitato di Guglionesi ha riportato gravi danni in seguito soprattutto al terremoto del 16 agosto. La vita, qui, sembra scorrere tranquilla ma basta raggiungere il parco dove stazionano numerosi mezzi dei vigili del fuoco per capire quanto invece sia seria la situazione.
I pompieri, che nello spiazzato hanno allestito il campo base, tra documenti da studiare ed interventi urgenti per la verifica della stabilità degli edifici non hanno un attimo di tregua. Un lodevole impegno che non passa inosservato; tantissime, infatti, sono le persone che, senza nasconderlo, manifestano un sincero apprezzamento per il loro operato.
Oltre un centinaio di sfollati sono ospitati nella tendopoli situata non lontano dal cuore del paese. Tra le tende infuocate dal caldo sole di fine agosto i bambini, con la loro innocenza, giocano come se nulla fosse mentre i più grandi, seduti in cerchio, si interrogano sulle incognite del futuro. Anche qui le persone non hanno molta voglia di parlare con chi è un “esterno” ma ci tengono a ringraziare col cuore i volontari della Protezione civile perché non fanno mancare nulla.
Chi ha accettato di aprirsi è il parroco don Gianfranco Galli il quale sostiene che anche il terremoto, nella sua drammaticità, può essere un’occasione di riflessione sulla precarietà della vita. E ringrazia le istituzioni per l’attenzione mostrata anche se teme che la ricostruzione possa essere rallentata dalla solita burocrazia. Bisogna fare in fretta a dare un tetto agli sfollati, ha infine concluso il sacerdote, perché “senza casa si è spogliati anche della propria dignità”. Subito dopo queste parole, don Gianfranco si allontana e va a prepararsi per il Santo Rosario e per la Messa che celebrerà nella tendopoli. Perché in un terremoto tutto può crollare ma non la fede.
Anche a Guglionesi i danni più significativi si sono verificati nel centro storico dove si segnalano numerosi edifici lesionati e diverse strade chiuse al traffico. Non usa giri di parole un commerciante della zona che lancia un’accusa precisa contro i proprietari di una casa, lesionata già da tempo, che ha causato la chiusura di una via. L’uomo sostiene con amarezza che nessuno si è interessato ai lavori all’interno di questa abitazione ed ora chi ha un’attività qui ne paga le conseguenze perché pochissime persone riescono a raggiungere la zona. Un problema che si aggiunge a quello del terremoto che, anche se con scosse di intensità minore, non dà pace ai residenti.
Antonio Tomei, consigliere comunale d’opposizione, lancia un allarme affermando che, anche se fortunatamente non ci sono state vittime, la situazione è seria e ogni giorno sempre più edifici vengono dichiarati inagibili creando gravi disagi ai cittadini. Per questo chiede che il Governo proclami rapidamente lo stato d’emergenza per questo territorio.
Un ultimo e significativo dato lo fornisce il sindaco Mario Bellotti: fino a martedì pomeriggio nella tendopoli erano ospitate 143 persone ed erano distribuiti 90 pasti a pranzo e 100 a cena.
Numeri che però possono variare in base al susseguirsi degli eventi.“Il momento è davvero difficile, non dimenticateci”, è il grido disperato lanciato praticamente da tutti coloro che vivono in questa piccola ma affascinante regione d’Italia. (Guarda qui la gallery).
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