Terrore a Sydney, decine di ostaggi sequestrati per ore. Tre morti

Incubo jihad a Sydney: 16 ore di terrore, poi il blitz. Ucciso il sequestratore, un iraniano autoproclamatosi "sceicco"

Terrore a Sydney, decine di ostaggi sequestrati per ore. Tre morti

È finito poco prima delle 17 (ora italiana) il sequestro di decine di ostaggi trattenuti da ormai sedici ore all'interno di una cioccolateria di Sydney da un iraniano autoproclamatosi "sceicco". Un blitz della polizia ha posto fine all'incubo di non meno di quaranta persone, ma il costo dell'operazione in termini di vite umane è alto: tre morti, tra cui lo stesso sequestratore, e almeno tre feriti gravi, tra cui un agente.

Verso le 9.25 della mattina (la notte italiana), un gruppo di persone è stato sequestrato in una cioccolateria da un uomo che ha esposto una bandiera nera con scritte in arabo - ma non quella di Isis. Tre persone sono invece riuscite ad uscire dopo sei ore di cattura e un'ora dopo altre due sarebbero riuscite ad abbandonare il negozio: i cinque non sarebbero feriti, ma non è chiaro se siano stati rilasciati o siano invece riusciti a fuggire. Gli ostaggi sono stati usati come scudi umani, costretti in piedi davanti alla vetrina e usati per proteggere i movimenti del sequestratore.

Gli ultimi sviluppi

Poco dopo le 16 ora italiana dalla cioccolateria sono uscite diverse persone, in un clima di forte tensione, con le mani alzate sopra la testa. La polizia ha fatto irruzione nell'edificio, seguita dai paramedici. Si sono avvertiti numerosi colpi d'arma da fuoco e anche il rumore di un'esplosione. Ancora non si sa se gli ostaggi siano riusciti a fuggire o siano stati invece liberati dal sequestratore. Di certo c'è solo che sarebbero riusciti ad abbandonare la cioccolateria circa sei ostaggi. Sul posto sono presenti anche dei robot della polizia, allo scopo di disinnescare in sicurezza eventuali ordigni.

Poco prima delle 17 italiane la Cnn Australia ha dato la notizia che nel blitz che ha posto fine al sequestro sarebbero rimaste uccise tre persone, tra cui anche lo stesso sequestratore. Almeno altre tre persone sono rimaste ferite. La polizia è intervenuta solo dopo che dall'interno si sono avvertiti i rumori degli spari.

Il sequestratore è un iraniano cinquantenne

"La prima cosa da fare è essere certi che tutti stiano bene - ha spiegato la numero due della polizia locale Catherine Burn - Noi lavoreremo con queste persone (gli ostaggi sfuggiti, ndr.) per avere più informazioni. Non abbiamo al momento notizie che suggeriscano che ci siano feriti". Le informazioni sono piuttosto frammentarie. La polizia sarebbe in contatto con il sequestratore: secondo i media locali, che a loro volta citano fonti di polizia, si tratterebbe di un uomo iraniano sulla cinquantina. Il sospetto risponde al nome di Man Maron Monis, autoproclamato predicatore e "già noto alle forze di sicurezza per aver scritto lettere minacciose alle famiglie dei soldati australiani uccisi" in Afghanistan.

Secondo quanto riporta il quotidiano cittadino Sydney Morning Herald, che a sua volta cita un esponente della comunità musulmana, il sequestratore avrebbe chiesto alla polizia una bandiera dello Stato Islamico in cambio della liberazione di alcuni degli ostaggi. Inoltre l'uomo avrebbe chiesto di parlare con il premier Tony Abbott. Queste notizie sono filtrate dai media locali - nonostante le istruzioni in senso contrario della polizia - contattati da alcuni degli ostaggi.

La minaccia per la città

Sempre da quanto riferito dall'interno della caffetteria, il sequestratore avrebbe inoltre piazzato quattro bombe, due all'interno del locale e due all'esterno, forse nel distretto finanziario. Si tratta però di notizie che devono ancora trovare conferma.

La polizia australiana ha riferito che e' in atto un'operazione per ''un incidente'' accaduto al teatro dell'Opera di Sydney, senza precisare se l'incidente stesso abbia un legame con la cattura di un gruppo di ostaggi in corso in una cioccolateria della città. L'opera è stata evacuata. Un pacco sospetto è stato ritrovato anche alla Banca Centrale d'Australia, che è stata imediatamente chiusa.

Le reazioni della politica

Il premier Tony Abbott ha subito convocato il Consiglio per la Sicurezza nazionale: "Si tratta evidentemente di un avvenimento inquietante ma tutti gli australiani devono essere rassicurati sul fatto che le forze dell'ordine e della sicurezza sono ben addestrate e agiscono in maniera professionale. È triste che oggi, sotto Natale, ci siano persone tenute in ostaggio da un uomo armato con motivazioni politiche." Il primo ministro non ha, per ora, menzionato l'eventualità di un attentato terroristico.

Da settembre, però, il livello di allerta antiterrorismo è stato innalzato in tutto il Paese e le forze dell'ordine hanno portato a

termine diversi blitz. In Australia e in tutto il mondo diverse rappresentanze di fedeli laici e di clero musulmano hanno organizzato veglie di preghiera e lanciato appelli con cui si dissociano dalle azioni violente di Sydney.

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