Dopo gli scontri a Kumanovo, il Kosovo invia le forze speciali al confine con la Macedonia

Dopo i sanguinosi combattimenti nella città di Kumanovo in Macedonia, il governo del Kosovo ha inviato le forze speciali al confine

Dopo gli scontri a Kumanovo, il Kosovo invia le forze speciali al confine con la Macedonia

Dopo i sanguinosi combattimenti nella città di Kumanovo in Macedonia, che hanno lasciato dietro una scia di sangue (22 morti, di cui otto poliziotti macedoni e 14 membri di un gruppo armato misterioso), il governo di Pristina ha inviato le forze speciali al confine con la Macedonia.

La decisione è stata presa dopo la notizia che negli scontri sono stati coinvolti più di 20 cittadini del Kosovo. L'identità delle persone uccise non è ancora nota, ma le autorità macedoni hanno annunciato che la metà dei 28 arrestati a Kumanovo sono kosovari. Si tratta di Deme Shehu, Sami Ukshini, Fadil Elshani, Esat Kafexholi, Ardian Bujari, Muhamet Krasniqi, Sefket Avaqi, Ajrush Avdia, Betim Kartashi, Lendrit Rustem, Rufki Dogani Bajram Elshani, Fatmir Recica, Lirim Krasniqi, Valdet Zekaj e Beg Riza.

Sono accusati di terrorismo. Rauf Naseri, l'avvocato del detenuto Deme Shehu, ha detto ai media che i detenuti sono sospettati, tra le altre cose, del reato di "formare una organizzazione terroristica che mira al crollo dell'ordinamento giuridico della Repubblica di Macedonia".

Deme Shehu, Sami Ukshini, noto come comandante Sokoli, Beg Rizaj, e Muhamet Krasniqi, comandante Malisheva, secondo i media macedoni sono stati consegnati alla polizia 16 ore dopo aver combattuto a Kumanovo. Ma chi sono in realtà i kosovari arrestati in Kumanovo? Deme Shehu, dalla città di Decani in Kosovo occidentale, ha partecipato alla guerra dell'Esercito liberazione del Kosovo (UCK) in Kosovo, ma anche nel 2001 in Macedonia.

Beg Rizaj era un soldato dell'UCK nella zona di Dukagjini. Dopo la guerra in Kosovo, ha prestato servizio come guardia del corpo del politico Ramush Haradinaj, ex comandante della Zona di Dukagjini, ora leader del partito Alleanza per il Futuro del Kosovo.

Sami Ukshini è originario di una famiglia di Gjakova. La sua famiglia è stata la base del UCK, Esercito per Presheve e Bujanoc (UCPMB) e Esercito nazionale albanese ( AKSH) di Macedonia. Sami Ukshini partecipò alla guerra del 2001 nella regione di Macedonia , Likovo. Muhamet Krasniqi-comandante Malisheva ha inoltre partecipato alla guerra dell'UCK in Kosovo, come pure in Macedonia nel 2001. Non si sa ancora nulla della sorte di Mirsad Ndrecaj comandante NATO, da Gjakova, ma potrebbe essere tra i morti. Sua madre ha detto in una dichiarazione alla televisione kosovara RTK che non sa "dove sia suo figlio”. In un post su Facebook del 14 dicembre 2014, Ndrecaj ha scritto: "Anche se si muore oggi rimane la memoria permanente". Messagio e condiviso con altre due persone che si vedono in foto, uno di loro è Xhafer Zymberi, che potrebbe essere tra le persone uccise a Kumanovo. Suo figlio ha detto che “il papà è andato in Albania due settimane fa. E dal quel giorno non hanno nessuna notizia di lui”. Si ritiene che il gruppo consisteva da 50 persone. Ma non è chiaro chi sia il loro leader e per conto di chi siano andati a combattere in Macedonia. AKSH, Esercito Albanese nazionale, ha inviato comunicati stampa che dice "AKSH lotterà fino all'ultimo respiro ed eseguirà nuovi attacchi dappertutto in Macedonia dove saranno violati i diritti degli albanesi". Gli scontri a Kumanova hanno guastato i rapporti di buon vicinato tra la Macedonia e il Kosovo, mentre le tensioni si sono diffuse anche nella vicina Serbia. Ufficialmente il Kosovo ha chiesto la piena trasparenza per quanto riguarda gli scontri e ha chiesto indagini indipendenti a Kumanovo.

"Diciamo ad alta voce che queste forze che stanno lavorando per portare instabilità in Macedonia sono i più grandi nemici della stabilità in tutti i Balcani, compreso il Kosovo", ha detto il ministro degli esteri, Hashim Thaci.

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