Il terrorista di Lione aveva legami con l'Isis

La procura di Parigi inchioda Yassin Salhi: "Assomoglia a una operazione di martirio" Sostieni il reportage

Il terrorista di Lione aveva legami con l'Isis

Il sanguinario terrorista che ha decapitato il datore di lavoro e ha tentato di far saltare in aria un impianto di gas a Lione aveva legami con lo Stato islamico in Siria. Secondo quanto ricostruito dal capo della procura di Parigi, Francois Molin, l'attentato di Yassin Salhi somiglia a "una azione di martirio" e corrisponde "molto precisamente alle parole d'ordine" del Califfato. Oltre al movente terroristico, però, Salhi sarebbe stato mosso anche dall'odio personale nei confronti del datore di lavoro.

Nei giorni scorsi il terrorista, che era noto ai servizi francesi per le frequentazioni di ambienti radicali, aveva confessato l'omicidio e la decapitazione, sostenendo però di non essere un terrorista ma di avere ucciso l’imprenditore per ragioni personali. Le spiegazioni di Salhi non hanno, però, convinto il procuratore di Parigi che oggi ha confermato la natura terroristica dell’azione. Secondo Molins l’attentato "corrisponde esattamente alle parole d’ordine dello Stato islamico".

Il magistrato si riferisce in particolare al fatto che vicino alla testa di Herve Cornara era stata rinvenuta una bandiera nera del Califfato e alle foto che l’uomo aveva fatto e che, in secondo tempo, sarebbero dovute servire per una eventuale rivendicazione. E ancora, secondo Molins, il tentativo di far esplodere una fabbrica chimica "assomiglia a una operazione di martirio".

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