Quel "tesoro saudita" dell'ex re di Spagna Juan Carlos

L’inchiesta in corso in Svizzera sul tesoro saudita di Juan Carlos ha subito infiammato il dibattito politico spagnolo, ridando fiato al fronte repubblicano

Quel "tesoro saudita" dell'ex re di Spagna Juan Carlos

Un’inchiesta in corso da parte della magistratura svizzera ha messo nel mirino l’ex re di Spagna Juan Carlos di Borbone e punta a fare luce su una presunta “tangente” milionaria accordatagli dai reali sauditi. Della misteriosa donazione in questione si sta occupando il procuratore elvetico Yves Bertossa, mentre dettagli del filone d’indagine impazzano sulle testate della Confederazione e ridanno fiato ai propositi repubblicani dell’estrema sinistra iberica.

Lo scandalo abbattutosi sull’ex monarca spagnolo, ricostruito da Dagospia citando il Corriere della Sera e i quotidiani svizzeri La Tribune de Genève e Tages-Anzeiger, è partito dall’individuazione di cento milioni di dollari depositati su un conto corrente aperto presso la banca privata scudocrociata Mirabaud. Il versamento della cifra da capogiro sul conto incriminato risalirebbe al 2008 e sarebbe stato effettuato allora a beneficio di una certa Fundación Lucum, costituita a Panama proprio in quell’anno ma oggi non più attiva, dietro cui si sarebbe celato Juan Carlos in persona.

I misteriosi cento milioni sarebbero stati sborsati dal ministero delle Finanze di Riad, che avrebbe in quel periodo giustificato il versamento indicandolo come “un dono senza contropartita”.

Sui legami tra l’ex testa coronata spagnola e la Casa reale wahabita si sono finora succedute a Madrid, rimarca Dagospia, diverse ipotesi investigative, molte delle quali poi scartate dalla magistratura. Tra le ipotesi ancora in piedi vi è quella per cui il “regalo” milionario fatto nel 2008 da Riad a Juan Carlos sarebbe stato deciso all’indomani della visita ufficiale del re saudita Abdullah alla corte dei Borboni di Spagna, avvenuta in quell’anno, e avrebbe avuto lo scopo di ringraziare l’allora monarca iberico per le onorificenze conferite al capo di Stato musulmano.

Gran parte del tesoro attribuito all’ex re borbonico, prosegue l’organo web, sarebbe stata quindi successivamente trasferita su un altro conto corrente, aperto presso un istituto di credito delle Bahamas e intestato alla nobildonna tedesca cinquantacinquenne Corinna zu Sayn-Wittgenstein, divorziata dal principe teutonico Johann Casimir zu Sayn-Wittgenstein-Sayn.

Quest’ultima, precisa il sito Internet, sarebbe una storica e influente “amica intima“ dell’esponente della Casa dei Borbone, e sarebbe a conoscenza di molte informazioni scottanti su Juan Carlos e, addirittura, di veri e propri segreti di Stato relativi alla politica estera di Madrid.

La donna, qualche anno fa, aveva spifferato alcuni dei segreti in questione, rivelando, quale nuova pista investigativa, che il misterioso denaro saudita percepito dal re madrileno era in realtà, spiega Dagospia, una “tangente” accordata “a margine di un contratto vinto da un consorzio di imprese spagnole per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità tra la Medina e La Mecca”. Su tali parole sono in corso, dal 2018, accertamenti da parte della magistratura iberica.

La cinquantacinquenne, oggi residente a Londra, avrebbe inoltre denunciato ultimamente, rimarca l’organo di informazione digitale, che, proprio per l’essere a conoscenza di tante informazioni altamente confidenziali sul padre di Felipe VI e sulla diplomazia spagnola, sarebbe costantemente vittima di pressioni da parte di Juan Carlos e di ex vertici dell’intelligence madrilena affinché lei mantenga la bocca chiusa.

Dei cento milioni di dollari attribuiti all’ex monarca borbonico, continua la ricostruzione messa a punto dal sito web, sessantacinque sarebbero stati accordati ad Alexander, l’ultimogenito, appena maggiorenne, della nobildonna. Tale “regalo” sarebbe, sottolinea Dagospia citando l’avvocato della principessa tedesca, una “dimostrazione d’affetto” per Corinna e per il ragazzo.

Lo scandalo del tesoro saudita di Juan Carlos e la relativa inchiesta del procuratore elvetico Bertossa hanno subito infiammato il dibattito politico di Madrid, spaccando la maggioranza di sinistra attualmente al

governo. Unidas Podemos, con pulsioni antimonarchiche, punta infatti all’apertura di una commissione parlamentare d’inchiesta sugli affari e le amicizie dell’ex testa coronata, mentre il Partito socialista per il momento frena.

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