Il test del razzo ipersonico Usa che viaggia a Mach 8.6

Nemmeno rallentando di quattro volte il video è stato possibile identificare il razzo ipersonico

Il test del razzo ipersonico Usa che viaggia a Mach 8.6
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Nemmeno rallentando di quattro volte il video è stato possibile identificare l'oggetto che viaggiava a Mach 8.6 sui binari della base aerea di Holloman (New Messico). Allora cosa stava viaggiando all'incredibile velocità di 10620 chilometri orari? All'interno della base è presente un tracciato ferrato lungo circa 16 chilometri che viene storicamente utilizzato per effettuare svariati tipi di test: quelli sui seggiolini eiettabili, ad esempio, sono stati condotti qui.

Sappiamo, solo basandosi sulla velocità raggiunta e sui meccanismi di funzionamento della struttura, che sui binari è stata posta una slitta spinta da un motore a razzo ipersonico, ma non sappiamo la natura esatta del test.

Date le enormi velocità raggiunte a regime ipersonico (maggiore di Mach 5) è necessario stabilire la resistenza di sensori e materiali impiegati. Esistono infatti dei limiti fisici imposti dalle accelerazioni e dalle temperature raggiunte: i sistemi di guida e controllo del vettore devono resistere alle alte accelerazioni del regime ipersonico così come alle alte temperature raggiunte dal rivestimento dell'ogiva e dal corpo del missile.

La Russia, che al momento è qualche passo avanti nello sviluppo di questa tecnologia rispetto agli Stati Uniti avendo già dispiegato vettori ipersonici come il Kh-47M2 "Kinzhal" o il 3M22 "Zircon" o il veicolo di rientro tipo Hgv "Avangard", sembra aver risolto il problema delle temperature in due modi: il primo tramite il raffreddamento ablativo con evaporazione degli strati esterni di copertura del missile, il secondo sviluppando un carburante più resistente al calore capace di incassarne, assorbendoli, gli effetti e quindi fungendo a sua volta da refrigerante. Secondo le fonti ufficiali russe entrambe le strade, con nuovi materiali compositi e nuove formule di propellente, hanno portato a risultati più che soddisfacenti nel corso di questi ultimi anni permettendo l’ingresso in servizio di queste armi che, proprio grazie alla loro velocità, risultano quasi impossibili da intercettare.

In effetti il Pentagono, attualmente, non prevede di investire nel campo della difesa dai missili ipersonici avendo preferito destinare i fondi a bilancio per lo sviluppo di sistemi missilistici di questo tipo, proprio per colmare il gap tecnologico che separa gli Stati Uniti dalla Russia o dalla Cina.

I finanziamenti elargiti dal governo americano in base ai requisiti emanati dall'Usaf sono ricaduti a pioggia sulle industrie americane che hanno lanciato diversi programmi ipersonici: ricordiamo ad esempio l'X-60A che recentemente ha passato con successo la fondamentale fase di Cdr (Critical Design Review) e presto comincerà quindi la produzione in serie.

In particolare il bilancio Usa per l’anno fiscale 2020 è indicativo della politica statunitense sull'ipersonico: dei 2,6 miliardi di dollari stanziati nella ricerca, solo 157,4 milioni sono destinati a sistemi difensivi. Non solo. Nel piano di finanziamenti per i prossimi cinque anni i fondi per i sistemi difensivi andranno mediamente diminuendo: 142,3 milioni di dollari nel 2021, 116,9 nel 2022, 119,7 nel 2023, 122 nel 2024.

La strategia Usa, evidenziata dalla Missile Defense Review edita all’inizio del 2018 dalla Casa Bianca, per quanto riguarda gli asset ipersonici non prevede ancora sviluppi nel campo difensivo. Il Pentagono ha individuato tre fasi per arrivare a colmare il divario con Mosca e Pechino: la prima fase, quella attuale, consiste nell’investire pesantemente in sistemi offensivi, la seconda fase vedrà lo sviluppo di sistemi difensivi, la terza ed ultima fase, lontana almeno una decade da oggi, prevede lo sviluppo di sistemi riusabili, ad esempio vettori aerolanciabili.

In base a queste considerazioni non è forse sbagliato pensare che il test effettuato sulla base Holloman, riadattata all'inizio degli anni 2000 proprio per lo sviluppo di sistemi ipersonici, fosse di un qualche tipo di

sistema di guida, sensore o rivestimento per un missile di questo tipo, stante il fatto che la tecnologia dei motori in grado di raggiungere queste altissime velocità (scramjet o ramjet) è già nota da tempo.

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