Il Presidente della Russia Vladimir Putin ha autorizzato lo sviluppo di due nuovi missili in risposta all’uscita degli Stati Uniti dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio. I nuovi sistemi d’arma dovranno essere schierati entro il 2021. Il Presidente russo ha confermato che “si tratta di una misura speculare di rappresaglia, i nuovi missili non saranno schierati in Europa a meno che non lo faranno prima gli americani”. Putin ha autorizzato i lavori di progettazione sperimentale e la ridistribuzione dei fondi stanziati nell'ambito del piano di riarmo. Il Ministero della Difesa russo conferma che “lo sviluppo dei nuovi missili avviene come misura di ritorsione nei confronti degli Stati Uniti che hanno già sviluppato i propri missili a corto e medio raggio in violazione del Trattato INF”.
Il Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio
L'INF è concepito per garantire la rappresaglia all'avversario
Il Trattato sulle forze nucleari intermedie si basa sul principio che a causa degli effetti indiscriminati e del rischio di escalation, le cosiddette armi nucleari sul campo di battaglia sono irrilevanti per le operazioni militari del mondo reale. L'accordo vieta lo sviluppo di missili a raggio intermedio con una gittata compresa tra i 500 ed i 5500 km (310 e 3.420 miglia). In sintesi: i missili balistici e da crociera a raggio intermedio potrebbero essere lanciati così rapidamente e quindi coprire la distanza dai bersagli in tempi ridotti da impedire ad un avversario di rispondere. Il Trattato INF del dicembre del 1987 si riferiva soltanto agli asset lanciati da terra. Il documento non aveva come fine quello di rendere impossibile la guerra nucleare, ma di renderla meno probabile eliminando le armi a raggio intermedio. L'accordo ha eliminato un'intera classe di sistemi a medio raggio lanciati a terra con la distruzione di circa 2.700 missili e posto fine ad un pericoloso stallo in Europa. Il trattato INF vieta anche i lanciatori. Il Trattato si applica rigorosamente a Russia e Stati Uniti. L'Asia ospita molti stati con grandi arsenali IRBM. L'idea di multilateralizzare l'INF è in circolazione da più di un decennio, ma né Mosca né Washington hanno dedicato un serio sforzo all'ipotesi di invitare Pechino che, qualora accettasse, dovrebbe eliminare la maggior parte del suo arsenale missilistico.
La fine del Trattato INF
Il due febbraio scorso è scaduto il termine ultimo di sessanta giorni che gli Stati Uniti hanno concesso alla Russia per conformarsi al Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio, elemento centrale della sicurezza europea dopo la guerra fredda. Washington ha comunicato a Mosca che il Trattato INF non è più vincolante: dalla notifica diplomatica al primo rischieramento dovranno trascorrere sei mesi. Secondo quanto stabilito nel 1987, la notifica della parte che intende ritirarsi dall'accordo è obbligatoria. Russia e Stati Uniti sono le uniche due parti del trattato, ma incidono in modo significativo sulla sicurezza europea. Nella prevista finestra di sei mesi si possono tenere ulteriori colloqui ed incontri. Una volta annunciato il processo di ritiro formale richiede sei mesi e tecnicamente entrerebbe in vigore il prossimo due agosto. Da quel giorno il Pentagono potrebbe schierare missili da crociera a medio raggio (tra i 500 ed i 5500 km) in Europa. Per essere ancora più chiari. Dal prossimo due agosto gli Stati Uniti potranno schierare in Europa delle testate convenzionali e termonucleari puntate contro obiettivi sensibili russi.
Non influenzato dai limiti dell'INF, la Cina ha costruito un enorme arsenale terrestre di missili balistici e da crociera a corto e medio raggio come parte della sua più ampia modernizzazione militare. Questo potente arsenale consente alla Cina di sfidare gli Stati Uniti e le forze alleate nel Pacifico occidentale, mentre le crescenti capacità militari di Pechino hanno causato crescente preoccupazione per l'esercito russo che manca di missili simili.
Trattato INF: cosa accadrà nel breve termine
Per garantire una capacità missilistica a raggio intermedio entro il prossimo due agosto, Russia e Stati Uniti valuteranno in primo luogo tutti i sistemi a corto raggio del loro arsenale che potrebbero essere modificati per estendere la loro autonomia. Venuti meno gli obblighi del Trattato INF, Mosca e Washington possono sfruttare la tecnologia a propellente solido precedentemente vietata dall’accordo del 1987. La nuova corsa agli armamenti è di fatto iniziata. L'architettura dei trattati sul controllo degli asset nucleari è oggi piuttosto traballante, basti pensare che non si prevedono colloqui sull'estensione del Nuovo START. Firmato nel 2010, il Nuovo START scadrà nel febbraio del 2021, a meno che Stati Uniti e Russia non esercitino l'opzione di estenderlo al 2026 così come previsto dall'articolo XIV dell'accordo. L'attuale quadro generale è frutto di una nuova e rinvigorita rivalità geopolitica tra Russia e Stati Uniti da una parte e Cina e Stati Uniti dall'altra. Il deterioramento delle relazioni tra gli Stati Uniti ed i suoi rivali probabilmente provocherà ulteriori pressioni per aumentare le spese militari e sviluppare nuove armi. In ogni caso nessuna delle risposte avverrà velocemente. Soltanto tra qualche anno i TLAM-N potrebbero essere schierati. L'idea di Bolton per un nuovo trattato che possa limitare solo il numero di testate dispiegate senza alcuna verifica non sarà mai accettata dalla Russia. E' invece imperativo portare a termine un serio confronto sul controllo degli armamenti nucleari, rilanciando il dialogo sulla stabilità strategica. Il primo passo dovrebbe essere un accordo preliminare per estendere il Nuovo START al 2026: solo in questo modo le parti potranno proseguire i negoziati in buona fede e su misure legalmente vincolanti.
Il potenziale collasso dei trattati INF e New START non farà altro che garantire la ripresa di una grande corsa agli armamenti tra Stati Uniti, Cina e Russia a tutti i livelli operativi e strategici.
Putin ordina il riarmo INF, ma quali missili svilupperà Mosca?
Putin ha dichiarato che i due nuovi sistemi d’arma dovranno essere schierati entro la fine del 2021. Sarebbe una finestra temporale inconcepibile per progettare, sviluppare, testare e produrre da zero due nuovi sistemi d’arma. In realtà Mosca sfrutterà il know how maturato con l’attuale tecnologia per tentare di schierare entro il 2021 i due nuovi missili. Il Ministero della Difesa russo ha fatto riferimento alla versione terrestre del Kalibr e ad un nuovo missile ipersonico a medio raggio.
Russia: missile da crociera 3M-54 Kalibr
In sviluppo il Kalibr-M
Il missile da crociera Kalibr è approssimativamente simile al Tomahawk statunitense. Con un’autonomia di circa 2.350 chilometri, il missile da crociera 3M-54 Kalibr può essere imbarcato sui sottomarini e sulle unità da battaglia di piccole, medie e grandi dimensioni della Marina Militare russa. Il sistema d'arma è in grado di trasportare sia una testata convenzionale che nucleare. La variante supersonica antinave ha una velocità di crociera di Mach 0,8, tuttavia nelle fasi finali il Kalibr raggiunge Mach 3, scendendo ad una quota di avvicinamento di soli 4,6 metri. Tali caratteristiche rendono la sua intercettazione estremamente difficile. L’8 gennaio scorso il Ministero della Difesa russo ha annunciato che è in via sviluppo il nuovo Kalibr-M. Quest’ultimo avrà un raggio di 4.500 km e sarà schierato sulle navi da guerra della Marina russa. Il nuovo missile da crociera a lungo raggio avrà una testata di una tonnellata. Il suo sviluppo è attualmente in una fase iniziale, ma potrebbe essere schierato verso la fine del prossimo anno.
La variante terrestre del Kalibr potrebbe essere nella mente dei russi da tempo. Se associassimo i dati del Kalibr-M (raggio di 4500 km) alla nuova variante terrestre, il Cremlino avrebbe nel raggio l’intera Europa. Se lanciasse da Mosca, i Kalibr terrestri potrebbero colpire Madrid.
Russia: missile ipersonico a medio raggio
I russi diramano pochi dettagli del nuovo sistema ipersonico a medio raggio in via di sviluppo. Sappiamo che sarà una nuova evoluzione del missile antinave ipersonico 3M22/SS-N-33 Zircon che nell’ultimo test avvenuto il dieci dicembre scorso ha raggiunto una velocità massima di Mach 8. Il missile Zircon a due stadi (propellente solido e scramjet), versione domestica del sistema ipersonico BrahMos II, è ritenuto in grado di colpire anche obiettivi terrestri ad una distanza massima di d una distanza di 300-500 chilometri (i russi parlano di mille km). Potrebbe essere armato con una testata convenzionale o termonucleare. Tuttavia un sistema d'arma a regime ipersonico con traiettoria semi-balistica come lo Zircon, potrebbe essere armato anche con una testata al tungsteno da 900 kg in grado di causare danni catastrofici.
La variante esplosiva è una semplice opzione. Durante il volo, il missile è completamente coperto da una nube di plasma che assorbe tutti i raggi delle frequenze radio. Lo Zircon utilizzerà lo stesso lanciatore del Kalibr.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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