Tre vittime da Covid-19 in Germania, ma è polemica sul conteggio dei morti

Secondo la cancelliera Angela Merkel in Germania sarebbe a rischio contagio il 70 per cento della popolazione. Ma nel Paese continua ad esserci uno dei tassi di mortalità per coronavirus più bassi d'Europa. Ecco perché i conti non tornano

Tre vittime da Covid-19 in Germania, ma è polemica sul conteggio dei morti

Non si conoscono i dati reali sui contagi, né il numero complessivo dei tamponi ed è mistero sul conteggio delle vittime. In Germania si moltiplicano giorno dopo giorno i casi di coronavirus, saliti a quasi 1.300 in tutto il Paese nella giornata di oggi. Ma ci sono dubbi sulla reale entità della diffusione del virus dal focolaio di Heinsberg al resto del Paese.

Stamattina la cancelliera Angela Merkel in una conferenza stampa a Berlino ha lanciato l’allarme: "Ad essere contagiati potrebbero essere fino al 60-70 per cento dei tedeschi". Il virus, insomma, si sta diffondendo velocemente. E tra i positivi ora ci sarebbe anche un deputato del partito liberale. Seduto allo stesso tavolo della cancelliera c’è Lothar Wieler, il presidente del Koch Institut, l’ente che si occupa del controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania.

È lui ad affermare che al momento i "dati reali" sui contagi sono sconosciuti. Tuttavia, rassicura l’esperto,"non si presume un numero elevato di casi non segnalati". Oggi nel Paese è stato registrato il terzo decesso, sempre nell’ospedale di Heinsberg, città del Nord-Reno Vestfalia da cui il virus si sarebbe diffuso. Nel Land focolaio dell’epidemia ci sarebbero quasi 500 infetti. Qui sono stati stroncati dal coronavirus altri due pazienti: una donna di 89 anni morta ad Essen e un uomo di 78 a Gangelt.

Ma il tasso di mortalità che si registra all’interno dei confini tedeschi si discosta nettamente da quello degli altri Paesi europei con il maggior numero dei casi di contagio. In Francia, ad esempio, dove i pazienti infettati dal Covid-19 sono quasi 1.800 il numero delle vittime è superiore di 11 volte rispetto a quello della Germania. Stesso discorso per la Spagna, con circa 1600 casi. Qui i morti sono 12 volte di più.

Sul perché il virus perda di "letalità" una volta attraversate le frontiere tedesche ci sono diverse teorie. Secondo alcuni la Germania non starebbe facendo rientrare nella lista delle vittime da coronavirus i pazienti con patologie gravi. Secondo Walter Ricciardi dell’Oms, la differenza con il nostro Paese starebbe nel fatto che i tedeschi registrano i decessi con un’attenzione "maniacale", eseguendo "una serie di accertamenti e di valutazioni che addirittura in certi casi ha portato a depennare dei morti dall'elenco".

"Di fatto – spiega l’esperto - capita che accertino che alcune persone siano morte per altre cause pur essendo infette da coronavirus". "Per questo – aggiunge Ricciardi – il tasso di letalità del Covid-19 in Italia sembra essere più elevata che altrove". Una spiegazione diversa arriva dal Koch Institute. La differenza, secondo gli esperti di Berlino, starebbe nel fatto che "l'epidemia in Italia è in fase avanzata, mentre in Germania è in fase iniziale".

Sul tema qualche giorno fa la delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo aveva presentato un’interpellanza. La richiesta alla Commissione Ue era quella di intervenire per mettere in piedi un meccanismo unico di coordinamento per il conteggio di infezioni e decessi. Oggi proprio il portavoce della Commissione per la Salute, Stefan de Keersmaecker ha spiegato che i dati relativi ai casi accertati e al numero delle vittime sono comunicati direttamente dagli Stati membri alle organizzazioni internazionali come l’Ecdc e l’Oms.

"Questi dati sono anche discussi all'interno del Comitato per la sicurezza sanitaria", ha aggiunto, chiarendo come ci siano "diversi livelli ai quali questi dati vengono discussi, monitorati e trasmessi". "È ovvio che la competenza sanitaria ricade sugli Stati membri e quindi spetta a loro anche fornire i dati, ma quello che chiediamo è che la Commissione attui un coordinamento più stringente chiedendo conto alle autorità tedesche dei loro numeri e chiedendo loro di fare piena luce sulle morti registrate come dipendenti da cause naturali", replica Carlo Fidanza, eurodeputato del partito di Giorgia Meloni, firmatario dell’interrogazione.

"Quando c’è da proteggere la salute dei cittadini – aggiunge, intervistato dal Giornale.it- non è tempo di fare i furbi". Non è chiaro neppure quale sia il numero dei tamponi effettuati in Germania.

Per ora si parla di oltre 35mila test nei laboratori, ma non è nota l’entità dello screening in cliniche ed ospedali. Se è vero che nel Baden-Württemberg è stato inaugurato un "drive in" per fare i test comodamente in auto, è vero anche che per molti, come dimostrano ad esempio le testimonianze di chi è tornato recentemente dall’Italia, è difficile sottoporsi ai controlli.

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