Non solo il fronte dell'impeachment richiesto, forse in maniera del tutto tattica, da un esponente del suo stesso partito: Donald Trump è stato chiamato in causa per presunte "transazioni sospette". A segnalarle, secondo quanto si apprende su Lapresse, sono stati analisti della Deutsche Bank. Tutto il quadro, come sempre in circostanze simili, andrà approfondito nel tempo e, in caso, presentando qualcosa di più di semplici rivelazioni.
Fatto sta che per il presidente degli Stati Uniti d'America questo rischia di essere un periodo particolarmente complesso Perché gli attacchi, che sono di diverso tipo, arrivano da più parti. Dai continui tentativi di riaprire il Russiagate passando per il fuoco amico di parte una parte del Gop, la stessa fazione che sembra voler minare la ricandidatura del leader populista, il tycoon non sembra poter dormire tra troppi cuscini. In relazione alle presunte transazioni citate, le fonti evidenziano il quantum: si potrebbe parlare di miliardi. Qualcuno, prescindendo dalla veridicità di questi che per ora possono essere definiti sospetti, aveva pronosticato come nel corso dell'anno che precede le elezioni presidenziali avremmo potuto assistere a ventilazione di scandali riguardanti il Commander in Chief.
A raccontare questa storia, intanto, è stato il New York Times, secondo cui la banca tedesca non avrebbe informato la giustizia americana di quei passaggi di denaro. Ma Deutsche Bank - anche questo si apprende sull'agenzia citata - ha già rimandato al mittente questa versione. Vedremo se e come evolverà la vicenda.
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