Trump e il braccio di ferro sull'inno: "Inginocchiarsi non riguarda la razza"

La posizione del Presidente Donald Trump è stata presa come razzista. Tutto il mondo dello sport è contro di lui

Trump e il braccio di ferro sull'inno: "Inginocchiarsi non riguarda la razza"

Continua lo scontro tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il mondo dello sport. Dopo il rifiuto dei giocatori dell'Nba di fare visita al loro Presidente, Trump si è scagliato anche contro i campioni di football, rei di non aver partecipato o di essersi inginocchiati durante l'esecuzione dell'inno americano.

Il presidente aveva utilizzato un linguaggio colorito per definire quei giocatori che avevano usato il cerimoniale che apre ogni match per protestare contro le violenze della polizia nei confronti della popolazione afroamericana. Ma lo sport americano non si è lasciato intimorire. Durante l'esecuzione dell'inno nazionale in vari match su tutto il territorio nazionale, la maggior parte degli sportivi ha deciso di inginocchiarsi ancora in segno di protesta o di rimanere negli spogliatoi.

La posizione del Presidente americano è stata presa come razzista, ma Trump ha sottolineato in un tweet che "la questione del mettersi in ginocchio non ha nulla a che fare con la razza. Si tratta di rispetto per il nostro Paese, per l'inno e la bandiera. La National Football League deve rispettare queste cose".

Tweet Trump, Twitter

"Molte persone hanno fischiato i giocatori che si sono inginocchiati ieri (una piccola percentuale del totale). Sono tifosi che richiedono rispetto per la nostra bandiera", ha scritto il presidente in un altro tweet.

Contro Trump si sono espressi anche molti proprietari delle squadre di football. "Sono molto deluso dai toni delle dichiarazioni fatte dal Presidente" ha dichiarato Robert Kraft, proprietario dei New England Patriots.

Anche Shahid Khan dei Jacksonville Jaguars, che era stato tra i finanziatori della campagna di Trump, è sceso in campo, a braccetto con i suoi giocatori, durante una partita che si è giocata a Londra, in segno di protesta contro le"dichiarazione divisive e aggressive del presidente".

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