A Tunisi è alta tensione dopo la decisione di chiudere 80 moschee

Lanci di pietre contro la polizia nella zona di Sousse. Gli agenti rispondono con i lacrimogeni

A Tunisi è alta tensione dopo la decisione di chiudere 80 moschee

La conferma della decisione del governo l'ha ribadita questa mattina il ministero degli Affari religiosi tunisino. Ottanto moschee dovranno essere chiuse, perché troppo vicine a idee estremiste, considerate legate alla corrente salafita dell'islam.

Sono luoghi fuori dal controllo delle autorità quelli che su cui l'amministrazione vuole una stretta. Luoghi come quello dove il killer di Sousse sarebbe stato convinto ad attaccare il resort sulla spiaggia tunisina, provocando una carneficina tra i turisti che erano in spiaggia.

La chiusura di queste 80 moschee fa parte delle misure antiterrorismo prese a Tunisi dopo i fatti, per prevenire la diffusione di idee estremiste. Non tutti hanno comunque preso bene la decisione.

A Kalaa Kebira, nella zona di Sousse, si sono scatenati scontri tra la polizia e i manifestanti. Diverse persone, fedeli di una delle moschee, hanno preso a sassate gli agenti nella tarda serata di ieri. Gli uomini delle forze dell'ordine hanno risposto con i gas lacrimogeni.

Intanto ieri le autorità tunisine hanno confermato la morte del leader di Ansar al-Sharia in Tunisia, Seifallah Ben Hassin.

L'uomo sarebbe stato colpito - oggi ne parlano anche funzionari statunitensi - in un raid lanciato in Libia. In un primo momento Washington aveva annunciato di avere colpito Mokhtar Belmokhtar, terrorista algerino, ma la notizia non è poi stata confermata ufficialmente.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica