Sono almeno undici le vittime e 200 i feriti, in un'ondata di attacchi che ha colpito oggi la Turchia, con il sud-est del Paese funestato da tre attentati in tre diverse città: Prima Van, non lontano dal confine con l'Iran, poi Elazig, infine Bitlis.
Se per non è ancora arrivata una rivendicazione precisa, i dubbi sul fatto che la responsabilità sia da attribuire al Pkk sono molto pochi. Non si ferma il conflitto che da oltre un anno contrappone le forze di sicurezza turche ai nazionalisti curdi, considerati da Turchia ed Europa una sigla del terrorismo.
Tre persone sono rimaste uccise oggi in un primo attentato contro una stazione di polizia nella città di Van. Ancora le forze dell'ordine nel mirino ad Elazig, più a ovest, dove tre poliziotti sono rimasti uccisi e 170 persone ferite, di cui 14 in modo grave. In entrambi i casi un'autobomba è stata fatta detonare.
Almeno cinque sono infine i soldati che hanno perso la vita, insieme a una guardia di villaggio, a Bitlis, 200 chilometri da Van e vicina al lago omonimo, in un attacco contro un convoglio militare, il cui bilancio è stato appena aggiornato.
Tra le testimonianze che arrivano da Van anche un filmato mandato in onda dall'agenzia Anadolu, che mostra il momento dell'esplosione dall'interno di una sala in cui si stava svolgendo un matrimonio. Le finestre esplodono al momento dell'innesco.
Dati raccolti dall'International Crisis Group e aggiornati a una settimana fa parlano di almeno 1.856 vittime in Turchia, di cui 1.318 tra forze di sicurezza e miliziani curdi e 538 tra civili e persone per cui non è chiaro un eventuale legame con l'ala giovanile del Pkk, per cui il confine tra militanza e status civile è piuttosto vago, soprattutto in un contesto urbano.
Dopo il tentato golpe di luglio poco è cambiato nelle operazione del Pkk, che ha continuato le sue operazioni di guerriglia. L'esercito, invece, sostiene un'analisi pubblicata da War on the Rocks, nelle prime due settimane di agosto ha ridotto drasticamente le sue operazioni di contrasto.
In un'intervista con l'agenzia stampa Firat, rilasciata dal bastione del Pkk nelle montagne irachene di Kandil, Cemil Bayık, uno dei leader, ha promesso di muovere guerra "ovunque, senza fare distinzioni tra montagne, pianure e città". Ha poi aggiunto: "La polizia non vivrà più comodamente come era abituata".
Dopo gli attacchi di oggi, il primo ministro Binali Yildirim si è recato in visita a Elazig, insieme ai ministri di Difesa, Interni e Salute, al capo di Stato maggiore dell'esercito e a una delegazione dell'opposizione repubblicana.
"I gulenisti hanno perso dopo il fallito colpo di Stato del 15 luglio - ha detto il premier, citando
l'organizzazione che le autorità turche ritengono responsabile per averlo organizzato - e ha passato la sua missione all'organizzazione terrorista separatista (così le autorità turche definiscono il Pkk, ndr)".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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