Quel mercantile italiano ostaggio a Mariupol dall'inizio della guerra

Lo scorso 24 febbraio, la nave mercantile italiana battente bandiera maltese stava per lasciare Mariupol. Il carico depredato dai russi

Quel mercantile italiano ostaggio a Mariupol dall'inizio della guerra

Sono trascorsi oltre 4 mesi da quando Vladimir Putin ha deciso di scatenare la guerra in Ucraina, invadendola. Da quel momento tutti gli assetti e gli equilibri esistenti in Europa sono andati in frantumi, con pesanti ripercussioni sull'economia e sui commerci di tutti i Paesi. Anche l'Italia ha accusato il colpo in questo senso e, oltre ai ben noti disagi che si ripercuotono nella quotidianità di ogni famiglia, il nostro Paese ha un carico di acciaio fermo a Mariupol dal 24 febbraio. La nave mercantile Tzarevna, battente bandiera maltese ma di proprietà della compagnia di navigazione genovese Cosulich, è in ostaggio nel porto della città ucraina ormai distrutta da ormai 4 mesi. A bordo, oltre al carico di acciaio delle industrie Azovstal, anche 13 persone d'equipaggio.

Sono ovviamente in corso tentativi di mediazione diplomatica per tentare di sbloccare la situazione, che però dal 24 febbraio a oggi non ha mosso nessun passo in avanti. A bordo del mercantile Tzarevna si trovavano 15 tonnellate di acciaio Azovstal, che sarebbero dovute arrivare a Monfalcone entro la fine di febbraio. Quando è scoppiata la guerra, infatti, la nave si stava preparando a salpare dal porto ucraino ma il conflitto, e tutto ciò che ne è conseguito anche sul mar Nero, hanno impedito al mercantile di lasciare il Paese. L'acciaio è destinato a un'azienda della provincia di Udine, che ancora non conosce i tempi di ricezione del suo carico.

Infatti, il mar Nero e il mar d'Azov, attraverso cui la nave è costretta a passare per intraprendere la navigazione verso Monfalcone, sono stati disseminati di mine, il che rende impossibile entrare nel Mediterraneo. Inoltre, il mercantile ha subito anche danni a seguito di un bombardamento, anche se lo stesso armatore Cosulich ha dichiarato che non si tratta di un problema grave alla struttura della nave. I problemi, in realtà, sono altri. Mariupol è ora in mano russa e lo scorso 20 maggio una nave mercantile di Putin è partita in direzione dei suoi porti con a bordo un carico di acciaio prelevato proprio dalla mercantile italiana. "È un furto, è come si ti rubassero la macchina parcheggiata in strada", spiega l'armatore.

Si è trattato in realtà di un equivoco, con le autorità del Donetsk che avevano annunciato la nazionalizzazione della nave, senza accorgersi che non si trattava di un mercantile ucraino. Qualche ora dopo tutto è stato smentito ma intanto il carico era già partito per la Russia.

L'armatore Augusto Cosulich pochi giorni fa ha spiegato che nel caso in cui la situazione non si sbloccasse e il Tzarevna venisse confiscato, il danno ammonterebbe a circa 20 milioni di euro. Ma le trattative non sono facili, perché la nave batte bandiera maltese e dovrebbe essere il governo de La Valletta a intervenire.

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