Continua l’ondata di violenza anti-cristiana in Nigeria e Burkina Faso. Dopo la strage della domenica di Pentecoste nella chiesa cattolica di San Francesco a Owo, nello Stato dell’Ondo, si moltiplicano rapimenti e uccisioni di sacerdoti. Una decina di giorni fa è stato ritrovato senza vita Padre Christopher Odia Ogedegbe, nell’Edo, uno Stato del sud che confina ad ovest con quello dove è avvenuta la mattanza di fedeli. Era stato prelevato la mattina del 26 giugno da un gruppo di miliziani mentre stava andando a celebrare la messa. Il corpo è stato scoperto la sera stessa. Anche Padre Vitus Borogo, cappellano della comunità cattolica del Politecnico di Kaduna, nel centro-nord del Paese, è stato ucciso dopo essere stato assalito dai terroristi a Prison Farm, lungo la Kaduna-Kachia Road.
Lunedì, di nuovo al sud, sono stati sequestrati altri due religiosi, Padre Peter Udo e Padre Philemon Oboh. Il copione è sempre lo stesso, le armi vengono puntate all'improvviso durante gli spostamenti in auto sulle strade del Paese. Stavolta, quella di ritorno da Benin City alla diocesi di Uromi, sempre nello Stato di Edo. È di ieri, inoltre, la notizia del rapimento di Don Emmanuel Silas, preso nella casa parrocchiale della chiesa di San Carlo di Zambina, nel Kaduna. Per fortuna dopo 24 ore è arrivata la notizia della sua liberazione. Insieme a lui la polizia nigeriana ha soccorso anche un missionario italiano si 64 anni, padre Luigi Brena. Secondo quanto si apprende dalla stampa locale, era stato rapito domenica, attorno alle 17. I banditi sono stati inseguiti dalla polizia, tre sono stati neutralizzati e gli altri si sono dileguati nella boscaglia lasciando libero il sacerdote. La vicenda però era passata sotto silenzio fino a stamattina.
Restano ancora nelle mani dei rapitori, invece, padre Udo Peter e Philemon Oboh. "Le autorità nigeriane, le organizzazioni internazionali e i maggiori attori politici presenti a vario titolo sul territorio nigeriano prendano atto che la comunità cristiana, che rappresenta il 46 per cento della popolazione, e le istituzioni ecclesiastiche sono gravemente minacciate e che è ormai tempo di intervenire in maniera concreta per garantire la sicurezza di sacerdoti, religiose e laici cristiani", è la denuncia del direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre in Italia, Alessandro Monteduro. La fondazione pontifica aveva dato l’annuncio via social della liberazione dei due religiosi.
Ed è sempre Acs a segnalare una nuova strage di cristiani, stavolta a Bourasso, nella regione di Boucle du Mouhoun, in Burkina Faso. Il bilancio sarebbe di almeno 22 vittime. Nella notte tra domenica e lunedì i terroristi hanno ucciso 14 persone davanti alla chiesa. Altri sarebbero stati ammazzati all’interno del villaggio in un secondo raid. "Siamo terrorizzati, le vittime non hanno niente a che fare con la politica o con questi gruppi terroristici, vengono attaccate pur non avendo niente con cui difendersi. È davvero un caos", ha detto ad Acs Italia un sacerdote della diocesi di Nouna. Lui stesso si è salvato per miracolo scampando ad un agguato lo scorso maggio. "Qui, - commenta - quando ci alziamo sappiamo di essere vivi, ma non sappiamo se lo saremo ancora alla fine della giornata".
"Il nostro Governo e la Comunità internazionale devono fare di più contro questa barbarie, che va condannata da tutti senza se e senza ma", è stata la reazione dei deputati della Lega.
"La strage di cristiani in Burkina Faso è l'ennesima carneficina che non ci stancheremo mai di denunciare", si legge in una nota del partito, che rivendica la promozione di "iniziative concrete per tutelare in ogni sede internazionale la libertà di professare la propria fede quale diritto inviolabile, come l'istituzione dell'Inviato speciale per la libertà religiosa e il dialogo interreligioso da noi fortemente auspicato e sostenuto con interrogazioni e una risoluzione approvata alcuni mesi fa all’unanimità alla Camera oltre ad emendamenti per destinare fondi ai cristiani perseguitati all’estero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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