Nel Regno Unito si è in questi giorni innescata una forte polemica a causa dell’introduzione negli istituti per l’infanzia di insegnamenti attinenti alla “transessualità”.
Numerose scuole materne e primarie del Paese hanno infatti cominciato a varare corsi di studio miranti a rendere i bambini “più inclini ad accettare le diversità”. Secondo i media britannici, nel quadro del nuovo programma educativo i docenti descriverebbero ai minori la natura discriminatoria dei pronomi “lui” e “lei” e spiegherebbero loro che la sessualità di ciascuno non sarebbe affatto una caratteristica naturale, bensì una “decisione personale”. Di conseguenza, i trans verrebbero presentati agli alunni come individui che hanno semplicemente “cambiato opinione” circa la rispettiva identità di genere. Gli insegnanti dovrebbero quindi convincere i bambini circa il fatto che passare da un sesso a un altro sarebbe una "libera scelta", equivalente a quella di "cambiare un vestito"
I media del Regno Unito sostengono che le strutture scolastiche avrebbero istituito i nuovi programmi educativi in applicazione delle “linee-guida” varate di recente dall’Ordine nazionale dei pediatri. Il Royal College of Paediatricians and Child Health avrebbe infatti approvato un memorandum inteso a incoraggiare i presidi del Paese a educare i minori al “rispetto delle persone appartenenti a gruppi minoritari”. Secondo la riforma dei piani didattici auspicata da tale organismo, le scuole per l’infanzia dovrebbero “al più presto” introdurre insegnamenti adatti a “prevenire” nei bambini l’insorgere di “sentimenti discriminatori o omofobi”.
Contro l’istituzione dei corsi attinenti al tema della “transessualità” si sono subito schierati i parlamentari
conservatori. Ad esempio, il deputato tory David Davies ha bollato come “folle” e “malsano” il nuovo insegnamento, in quanto, a suo avviso, suscettibile di “corrompere l’animo dei più piccoli”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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