Una clamorosa rimonta. Una vittoria netta, e contro ogni pronostico. Benjamin Netanyahu vince le elezioni in Israele con un risultato schiacciante. Il Likud, il suo partito, conquista 29 seggi sui 120 della Knesset, cinque in più di quelli incassati dal Fronte Sionista di centro sinistra di Isaac Herzog che si ferma a quota 24. Un risultato di gran lunga migliore rispetto a quello ottenuto nel 2013 quando ne aveva ottenuti solo 18. In questo modo, infatti, Netanyahu sarà in grado di formare una maggioranza di destra forte con oltre 60 seggi.
Incassata una vittoria smagliante, in un appuntamento elettorale con un'affluenza record del 71,8%, Netanyahu ha promesso che, "entro due o tre settimane", formerà "un nuovo governo di centrodestra" e non di unità nazionale come aveva chiesto ieri sera il presidente Reuven Rivlin. "l premier - si legge nella nota del Likud - ha parlato con tutti i leader dei partiti che entreranno nella nuova coalizione". Netanyahu può, infatti, contare sui "suoi" 29 seggi, potrebbero salire a 30 con la conta dei voti dei soldati, e sui numeri degli alleati di Focolare Ebraico, il partito dei coloni di Naftali Bennet, i centristi di Kulanu che hanno ottenuto dieci seggi, Yisrael Beiteinu del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, la destra religiosa sefardita dello Shas di Aryeh Deri e quella dello United Torah Judaism. Adesso toccherà a Rivlin affidare l’incarico al candidato che ha maggiori chance di formare un governo. Netanyahu raggiunge così l’obiettivo fissato nel novembre scorso quando a sorpresa aveva deciso di puntare sulle elezioni anticipate per non essere più prigioniero di una coalizione indisciplinata e per lui "ingovernabile".
Il risultato elettorale riflette una campagna all'ultimo sangue. Anche ieri, nonostante il Paese fosse chiamato al voto, è stata infatti una giornata a dir poco febbrile. Di fronte alle telecamere hanno recitato disciplinatamente i testi messi loro in bocca dai consiglieri della campagna elettorale. Che la posta in gioco fosse alta e il nervosismo a fior di pelle lo testimoniano alcune dichiarazioni rilasciate in giornata da Netanyahu. "Il potere della destra è in pericolo" è stato l’allarme lanciato dal premier israeliano mentre gli israeliani votavano. "I votanti arabi vengono ai seggi in quantità immense - ha accusato - le associazioni della sinistra li portano con gli autobus ai seggi". Per gli elettori di destra, è stato quindi il monito in un video diffuso su Facebook, scattava dunque "l’Ordine 8", quello cioè con cui l’esercito richiama i riservisti in momenti di emergenza nazionale. L’entrata a gamba tesa di Netanyahu ha fatto scalpore. Da sinistra è stata subito stigmatizzata come "anti-democratica". Herzog ha colto la palla al balzo per attaccare il premier: "Il panico di Netanyahu è imbarazzante".
A questo punto Netanyahu potrebbe riuscire nell'impresa di entrare nella storia come il premier più longevo in 67 anni di storia di Israele: è stato primo ministro la prima volta dal 1996 al 1999 e poi dal 2009 ad oggi. Da quando Rivlin gli assegnerà l’incairco, al termine di un rapido giro di consultazioni, avrà 42 giorni di tempo per trovare i voti necessari per ottenere la fiducia. La vittoria di Netanyahu è un duro colpo per Barack Obama con cui i rapporti sono sempre stati pessimi e che ora dovrà rassegnarsi a terminare il secondo mandato con un premier israeliano su cui non si è mai trovato d’accordo né sul processo di pace con i palestinesi né sul programma nucleare iraniano.
Netanyahu ha vinto puntando tutto sulla destra e senza corteggiare il centro: oltre a bocciare ogni ipotesi di Stato palestinese ha martellato gli elettori con la minaccia alla sicurezza dello Stato ebraico rappresentata dal programma nucleare iraniano e dall’avanzata dello jihadismo dello Stato islamico e delle altre sigle del terrorismo islamico. Scelte rivelatesi vincenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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