L’amministrazione Trump sarebbe pronta a pubblicare rivelazioni “esplosive” riguardo alle origini del Covid, con le prove del fatto che il coronavirus sarebbe stato realizzato artificialmente. Tale dossier incendiario sarebbe l’ultimo dirompente atto dell’esecutivo federale uscente, diretto a inasprire ancora di più i rapporti con Pechino. A esporre le presunte evidenze raccolte finora da Washington riguardo alla creazione del morbo in un laboratorio di Wuhan sarà a breve, a detta di fonti citate dalla stampa britannica, il segretario di Stato Mike Pompeo.
Nei mesi precedenti, l’amministrazione Usa aveva più volte puntato il dito contro un determinato laboratorio ubicato a Wuhan e specializzato proprio in studi di virologia, accusando tale ente di ricerca di essere implicato nello sviluppo artificiale del Covid. Adesso, negli ultimi giorni di governo Trump, sembra stia per arrivare il momento in cui gli Stati Uniti esibiranno al mondo le prove di tale ipotesi ventilata in precedenza.
Le fonti citate sono state contattate dal giornale londinese Daily Mail e sono state presentate dallo stesso come “funzionari di lungo corso” dell’esecutivo federale. Secondo questi funzionari di spicco, Pompeo sarebbe pronto a fare un “intervento esplosivo”, a presentare appunto le prove documentali del fatto che il coronavirus sarebbe uscito da un laboratorio di Wuhan. Il segretario di Stato, nel dettaglio, starebbe per svelare documenti attestanti che il SARS-CoV-2 non sarebbe stato trasmesso all’uomo per vie naturali, ossia da pipistrelli, pangolini o altre specie di animali, ma sarebbe stato progettato in laboratorio, da scienziati dell’Istituto di virologia di Wuhan, un ente di ricerca molto chiacchierato. Per la precisione, l’istituto citato era finito in passato nel mirino sia di scienziati occidentali sia cinesi, secondo cui il personale della struttura non rispettava alla lettera le precauzioni in materia di bio-sicurezza. Relativamente alle accuse su quest’ultimo punto, funzionari statunitensi, ricorda il giornale, avevano visitato il laboratorio di Wuhan incriminato nel 2018 e denunciato lì “una grave carenza di tecnici e ricercatori formati in modo adeguato”, mentre, nel 2019, leader comunisti cinesi avevano segnalato una gestione lassista del medesimo istituto riguardo alla bio-sicurezza. Lo stesso Pompeo dovrebbe anche evidenziare gli stretti legami tra l’Istituto locale di virologia e l’esercito nazionale del Dragone, addestrato anche alla guerra chimica e batteriologica contro i nemici della Cina.
Sempre secondo i funzionari americani interpellati dalla testata britannica, il capo uscente della diplomazia Usa, nel suo imminente intervento pubblico, accuserà una specifica unità di ricerca del laboratorio di Wuhan quale principale artefice del morbo pandemico, l’unità “P4”. Quest’ultima dovrebbe venire accusata dal Segretario di Stato di avere sempre svolto una duplice funzione, “civile e militare”, coperta costantemente dalla massima segretezza. Dopo avere esposto le prove alla base della tesi dell’origine artificiale del Covid, Pompeo sarebbe ponto a indirizzare verso l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) le proprie accuse. Il membro dell’amministrazione Trump, affermano le fonti del Daily Mail, biasimerebbe l’organizzazione internazionale di avere contribuito a un vero e proprio insabbiamento delle indagini sulle reali origini del coronavirus, rifiutandosi reiteratamente di prendere in considerazione il possibile ruolo del laboratorio cinese nell’avvio della pandemia.
Il fatto che un giornale britannico abbia pubblicato le indiscrezioni citate in merito alle responsabilità degli scienziati del Dragone nello sviluppo del Covid ha subito indotto l’esecutivo di Londra a prendere ufficialmente posizione nel dibattito relativo alle origini del morbo pandemico. Il Ministero degli Esteri britannico e le fonti della sicurezza di Sua Maestà hanno infatti confermato che si aspettavano le nuove accuse di Washington alla Cina relativamente alle attività segrete dell’Istituto di Wuhan.
Tuttavia, le medesime autorità di Londra hanno contestualmente fatto sapere di non condividere affatto le evidenze che Pompeo starebbe per svelare, ribadendo che “tutte le prove scientifiche credibili non indicano che il virus sia uscito da un laboratorio”.
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