"L'esecutore degli accoltellamenti in Minnesota di ieri è un soldato dello Stato islamico e ha compiuto l'operazione in risposta agli inviti a prendere di mira i cittadini di Paesi che appartengono alla coalizione dei crociati". I miliziani del califfo Abu Bakr al Baghdadi esaltano Dahir Adan, il giovane americano di origine somala che ha seminato il panico in un centro commerciale di Saint Cloud (Minnesota) accoltellando "i non musulmani" al grido di "Allahu akbar".
L'Fbi ci ha tenuto a metterlo subito in chiaro. Non ci sono prove di collegamenti tra l'esplosione di New York e l'accoltellamento avvenuto in Minnesota. L'attacco al centro commerciale resta comunque un episodio allarmante perché, dopo i fatti di Orlando e San Bernardino, dimostra quanto il terrorismo islamico si stia espandendo nelle pieghe sociali dell'America. "Il profilo di Adan in apparenza non è particolare, ricorda quello di altri protagonisti di agguati firmati dall’Isis - scrive Guido Olimpio sul Corriere della Sera - giovani senza storia che si tramutano in terroristi entrando a far parte di un piano globale, più o meno ispirato dalla casa madre". L'aggressore non era schedato dalla polizia se non per alcune infrazioni stradali. Non era nemmeno attivo sui social network. Su Facebook aveva addirittura scritto di venire da Fargo, nel Nord Dakota, e aveva postato foto della squadra di basket dei Lakers. Lo aveva fatto per scherzare. Nei suoi post, poi, non compaiono proclami a sfondo politico o di fantismo religioso. "Non c'era alcun segno premonitore...", fanno sapere gli inquirenti.
Prima di uscire di casa, secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, Dahir Adan avrebbe salutato i genitori dicendo che avrebbe fatto un salto al centro commerciale di Saint Claude per comprare l'iPhone. Aveva addosso la divisa da guardia privata che gli aveva dato da indossare nel lavoro part time che svolgeva fuori dal Community College. Prima che un poliziotto lo abbattesse con un colpo di pistola, ha accoltellato otto persone. Non li colpiva a caso, ma sceglieva "i non musulmani". Originario della Somalia, aveva 22 anni e da quindici viveva negli Stati Uniti. Nel Minnesota ci è arrivato negli anni Novanta insieme ad altri 30mila somali sulla base di un programma governativo di accoglienza. Immigrati sui cui l'islam radicale ha subito messo le mani.
"Da Minneapolis e dintorni sono partiti decine di volontari unitisi al movimento qaedista degli Shebaab - spiega Guido Olimpio - dei somali nati oppure cresciuti in America ma che a un certo punto della loro esistenza hanno compiuto il viaggio a ritroso, tornando nella terra dei padri con il solo obiettivo di combattere. Diversi non solo hanno partecipato ad azioni di guerriglia, ma hanno condotto missioni da kamikaze contro il contingente internazionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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