La recessione economica che da quasi cinque anni sta attanagliando il Venezuela non risparmia nemmeno il servizio sanitario nazionale, che dovendo fare i conti con la scarsità di strumentazione e medicinali costringe i malati ad improvvisare terapie di fortuna per potersi curare. Ad essere duramente colpiti dalle conseguenze dell'iperinflazione sono soprattutto i cittadini venezuelani affetti da Hiv, che vista l'impossibilità di ottenere i farmaci antiretrovirali di cui necessitano per sopravvivere hanno deciso di fare affidamento su rimedi naturali della medicina tradizionale sudamericana. Tra le nuove terapie maggiormente diffuse tra i pazienti sieropositivi c'è infatti l'assunzione delle foglie della Guazuma ulmifolia, una pianta tropicale nota anche come cedro della baia o guasimo diffusa in America Latina, America centrale e Caraibi, già storicamente utilizzata per curare diarrea, dissenteria, raffreddori, tosse, contusioni e malattie veneree. Le modalità di somministrazione della pianta stabilite dal dottor Carlos Perez - membro di Solidarity Action, organizzazione che aiuta a fornire assistenza ai pazienti affetti da Hiv - consistono nel frullare cinquanta foglie di guasimo assieme ad acqua per poi successivamente filtrare il composto e berlo due o tre volte al giorno.
Lo stesso dottor Perez, che ha incominciato a prescrivere il trattamento a base di guasimo a partire da quest'anno in concomitanza con l'acuirsi della carenza di medicinali, ha tuttavia specificato: "Sì tratta di una terapia di tipo complementare. Tra i componenti delle foglie di guasimo sono presenti anche composti polifenolici come il tannino, che secondo recenti studi possiedono proprietà antivirali". Attualmente in Venezuela i farmaci antiretrovirali possono essere acquistati solo rivolgendosi all'estero e un anno di trattamento può venire a costare almeno 85 dollari, l'equivalente di un anno di stipendio minimo. Secondo il programma delle Nazioni Unite per la lotta all'Hiv e all'Aids sono inoltre presenti nel Paese circa 120 mila persone sieropositive, delle quali il 61 per cento era sotto trattamento con farmaci antiretrovirali. Cifra riferita tuttavia all'anno 2016, dato che da allora il governo venezuelano non ha più aggiornato le informazioni relative a questi dati.
Anche il dottor Josè Felix Oletta, ex ministro della Salute sotto la presidenza di Rafael Caldera, sottolinea la totale responsabilità del governo in merito all'attuale situazione sanitaria in cui l'80 per cento dei medicinali non è disponibile nel Paese, precisando però come gli effetti della terapia a base di foglie di guasimo non abbiano alcun riscontro scientifico: "Lo stato ha fallito nei suoi obblighi di garantire l'accesso all'assistenza sanitaria, ma la bevanda al guasimo non fa assolutamente nulla, né è un trattamento con alcun supporto scientifico". Malgrado ciò, i sieropositivi venezuelani continuano a setacciare i mercati alla ricerca delle preziose foglie di guasimo, confidando più su di un eventuale effetto placebo che sulla reale efficacia del torbido frullato, ormai unica ancora di salvezza da quando il governo ha smesso di fornire gratuitamente i farmaci contro l'Hiv.
Il virus dell'immunodeficienza umana, noto con l'acronimo inglese di Hiv, è il responsabile della cosiddetta sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids), una malattia del sistema immunitario che se contratta rende il paziente estremamente vulnerabile agli agenti esterni di tipo infettivo, oltreché maggiormente predisposto allo sviluppo di tumori.
Grazie agli attuali farmaci antiretrovirali, il decorso dell'Hiv può però essere finalmente tenuto sotto controllo, impedendogli di degenerare in Aids e permettendo così al paziente di condurre una vita sostanzialmente normale. Un'aspettativa che tuttavia l'odierno scenario economico del Venezuela - un tempo Paese leader nella lotta all'Aids - non permette di raggiungere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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