Può un evento accaduto più di tre secoli fa continuare ad infiammare gli animi di un intero Paese? La risposta è sì. In Austria, come ogni 12 settembre, si ricorda l’anniversario della battaglia di Vienna del 1683. Nell’allora capitale dell’impero asburgico l’esercito cristiano guidato dal re polacco Jan Sobieski, riuscì a bloccare l’avanzata dei musulmani, cambiando la storia del continente europeo.
Qualche giorno fa, come riporta La Stampa, proprio sull’altura dalla quale partì l’attacco finale contro l’esercito ottomano, il Leopoldsberg, ad affrontarsi a sassate sono stati attivisti di estrema destra ed estrema sinistra. Per contenere la rabbia dei due schieramenti è stato necessario l'intervento di un cordone della polizia austriaca. L’oggetto del contendere è una proposta della componente più radicale del governo austriaco, l’Fpö, che da cinque anni chiede di erigere sul Leopoldsberg un monumento che celebri l’impresa che il re polacco e il predicatore cappuccino Marco D’Aviano, portarono a compimento con la benedizione di Papa Innocenzo XI.
A supportare la proposta c’è anche il sindaco di Cracovia. I polacchi hanno già presentato un bozzetto della statua equestre, ma sulla collina con vista su Vienna da anni c’è solo un piedistallo. I socialdemocratici dell’Spö, storicamente al governo della capitale austriaca, infatti, tergiversano. Il progetto presentato da Cracovia è stato bocciato. Il soggetto, re Sobieski che cavalca trionfante sui corpi dilaniati dei guerrieri musulmani, non è politicamente corretto, considerando pure che i rapporti tra Ankara e Vienna hanno conosciuto momenti migliori di quello presente.
Dal comune, insomma, prendono tempo e al posto della statua della discordia sul Leopoldsberg viene esposta una targa commemorativa. La stele, però, ha avuto vita breve. Qualcuno, infatti, l'ha subito imbrattata con la scritta “No ai nazi”, impressa con una bomboletta spray. Così, a distanza di più di trecento anni, la battaglia prosegue.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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