Volo dirottato, scure Ue: bloccati gli aiuti alla Bielorussia

Le autorità bielorusse respingono le accuse e si dicono disposte a collaborare per ricostruire la vicenda: la Ue prepara le immediate contromosse

Volo dirottato, scure Ue: bloccati gli aiuti alla Bielorussia

Continua a far discutere il caso del dirottamento del volo Ryanair FR4978. Partito da Atene ed originariamente diretto nella capitale lituana Vilnius, il velivolo era stato fatto atterrare invece a Minsk a causa di un presunto allarme bomba. Una messinscena, secondo alcuni, dato che appena il Boeing 737 aveva toccato terra sul suolo bielorusso era scattato l'arresto del fervente oppositore di Lukeshenko Roman Protasevich e della fidanzata russa Sophia Sapega.

Se da un lato l'Ue vaglia misure da prendere nei confronti della Bielorussia, tra cui la costituzione di una "no fly zone" sul territorio della ex repubblica sovietica, dall'altro le autorità locali respingono le accuse. Nessuna invenzione, spiegano da Minsk: l'allarme terrorismo era scattato dopo la ricezione di una mail firmata da Hamas e inviata proprio all'aeroporto della Capitale. I terroristi avrebbero intimato, secondo il direttore del dipartimento dell'aviazione del ministero dei Trasporti Artem Sikorskyin, di interrompere l'appoggio militare a Israele negli scontri di Gaza. In caso contrario sarebbe stata fatta esplodere una bomba caricata proprio a bordo del velivolo Ryanair diretto a Vilnius.

Diversamente da quanto riferito da Tadeusz Giczan, altro oppositore di Lukashenko, che aveva accusato il Kgb di aver obbligato con la forza il personale di bordo dell'aereo ad atterrare a Minsk, le autorità bielorusse sostengono che sia stato il capitano a decidere sul da farsi in modo autonomo e senza pressioni.

Tale versione è tuttora al vaglio. Nel frattempo la Lituania ha aperto un'indagine sul caso e già sottoposto ad interrogatorio i piloti vel volo FR4978. L'amministratore delegato della compagnia aerea irlandese Michael O'Leary ha parlato invece senza mezzi termini di "pirateria di Stato", supportando la tesi secondo cui a bordo vi fossero anche degli agenti dei servizi segreti bielorussi. Resta da approfondire anche la questione di altri tre passeggeri i quali, esattamente come accaduto per Protasevich e Sapega, non si sono più imbarcati sul volo quando questo è potuto decollare di nuovo per raggiungere finalmente Vilnius.

Tra le tesi di alcuni degli oppositori di Putin nella Ue anche quella che fosse coinvolta la stessa Fsb. Alla base di tale convinzione il legame tra Mosca e Minsk. In effetti la Russia ha fatto scudo su Lukashenko, dicendosi "scioccata" per le accuse dell'Europa: il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha poi definito "ragionevole" la posizione della Bielorussia, che si è detta disponibile a "seguire tutte le regole internazionali, a garantire la piena trasparenza e persino ad ospitare, se necessario, esperti internazionali".

Conflitto diplomatico

In attesa della costituzione della no-fly-zone, alcuni Paesi si sono già mossi in maniera individuale. L'Ucraina, ad esempio, ha interrotto ogni collegamento aereo, mentre la Gran Bretagna ha addirittura bandito la compagnia aerea Belavia dal proprio spazio aereo ancor prima di conoscere meglio il reale svolgimento dei fatti. Oltre ciò, sono stati numerosissimi gli Stati europei a convocare i rispettivi ambasciatori bielorussi (anche la Farnesina a Roma ha fatto altrettanto. Fin da subito ai ferri corti con la Russia, anche prima di essere eletto, Biden è entrato immediatamente a gamba tesa nella vicenda, parlando di un "atto scioccante", e chiedendo l'immediata liberazione di Protasevich e l'avvio di un'indagine internazionale.

Svetlana Tikhanovskaya, leader in esilio dell'opposizione bielorussa, teme per l'incolumità di Protasevich, convinta che il 26enne sia già stato sottoposto a

torture fisiche. Nel denunciare l'impunità di cui da anni gode Lukashenko, la donna ha chiesto agli stati della Ue di applicare pesanti sanzioni contro quello che ha definito come "l'ultimo dittatore d'Europa".

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