Luke Somers, un fotoreporter freelance statunitense, è ostaggio dell'AQAP (Al Qaeda nella penisola arabica) dal settembre 2013, quando fu rapito a Sanaa, la capitale yemenita. Il giornalista è ricomparso in un video diffuso in questi giorni e pubblicato dal sito di monitoraggio SITE Intelligence Group.
Nel filmato, Somers implora le autorità statunitensi di salvarlo, prima che un jihadista conceda tre giorni di tempo all'amministrazione Obama, senza però specificare quali condizioni debbano essere rispettate perché l'ostaggio non sia ucciso.
Le forze speciali statunitensi - scrive il Washington Post - hanno tentato lo scorsa settimana di liberare Somers con un'operazione in Yemen. Funzionari statali hanno ammesso di avere mancato per poco l'obiettivo, riuscendo però a mettere in salvo altri ostaggi. Il giornalista sarebbe stato spostato dai suoi carcerieri.
Finora, ricorda il quotidiano, non si è parlato molto del rapimento di Luke Somers. Una circostanza non così inusuale, se si considera che è stata la famiglia a chiedere che sui fatti si mantenesse il massimo riserbo.
Prima del rapimento - sostiene un amico - il giornalista, che lavorava con alcune testate, compreso lo Yemen Times, aveva pianificato un viaggio negli Stati Uniti per fare visita alla famiglia.
Ieri il gruppo qaidista ha rivendicato anche un'esplosione avvenuta fuori dalla residenza
dell'ambasciatore iraniano in Yemen. Su twitter l'Aqap ha scritto di avere agito con un'autobomba parcheggiata a poca distanza dall'edificio. Nell'attacco sono morte tre persone, diciassette sono rimaste ferite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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