Domenica di sangue in Yemen, dove oltre 100 persone sono morte a causa di un attacco aereo della coalizione guidata dai sauditi.
Lo riferisce il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), che ha parlato di un vero e proprio massacro. “Stimiamo che siano rimaste uccise più di 100 persone – ha detto il capo della delegazione Cicr, Franz Rauchenstein –e per di più le possibilità di trovare sopravvissuti sotto le macerie sono molto poche”.
L'esito, alla fine, è stato impietoso. Un portavoce dei ribelli ha riferito che nella prigione si trovavano circa 170 detenuti, e che solo una cinquantina sono stati tratti in salvo.
L'obiettivo colpito, completamente raso al suolo da sette missili lanciati all'alba, era un centro di detenzione nella città Dhamar, a sud di Sanaa, capitale yemenita.
Due versioni a confronto
Dalle prime ricostruzioni pare che il carcere fosse in mano ai ribelli houthi, contro i quali combatte senza sosta il raggruppamento formato, tra gli altri, da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania.
Per la coalizione a trazione saudita la versione dei fatti è diversa. Lo schieramento ha infatti annunciato di aver colpito obiettivi militari houthi che stavano immagazzinando droni e missili.
Il carcere, secondo questa ricostruzione, sarebbe stato un bersaglio indiretto.Dall'altra parte, la tv houthi Al-Masirah ha parlato di “decine di persone uccise e ferite in un raid che ha colpito un edificio che i ribelli usavano come prigione”.
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