Zingales: "Draghi tiene Atene appesa a un filo, la forza a uscire dall'euro"

L'economista della Chicago Booth School of Business: "I rischi per l'Italia ci sono. Così la crisi non finirà"

Zingales: "Draghi tiene Atene appesa a un filo, la forza a uscire dall'euro"

"L'Ue non ha fatto di tutto per salvare la Grecia, ma ha tenuto conto del precedente che stava creando". Una sorta di monito agli altri Paesi, Italia in primis, che sono a rischio contagio. Così in una intervista al Fatto Quotidiano Luigi Zingales, docente di economia alla Chicago Booth School of Business, ha attaccato la Bce nella gestione della crisi greca.

Gli errori secondo il professore partono dal lontano dal lontano 2010, quando "si fece finta che la Grecia fosse solvente e invece già si sapeva che non fosse così". Ma le colpe per lo stallo attuale sono anche di Junker ("ogni volta che parla fa campagna per il no") e Tsipras ("il referendum potrebbe rivelarsi un enorme autogol"). E anche le scelte di Draghi, il superbanchiere che tutti considerano il salvatore dell'euro e dell'Europa, lasciano perplesso il professore di Chicago. "Draghi - ha detto Zingales - sta tenendo in vita il sistema, ma non lo sta tenendo funzionante. C'è una certificazione che dimostra che le banche greche sono solventi, perché non fornisce loro liquidità illimitata?". "In sostanza - conclude il professore - la Bce tiene la Grecia appesa a un filo".

Poi c'è la questione dell'uscita del Paese ellenico dalla moneta unica: "Atene non vuole uscire dall'euro - afferma - ma viene messa nelle condizioni di farlo, viene quasi forzata a farlo".

Anche l'Italia potrebbe risentire della "cacciata" di Atene dall'Europa, proprio a causa di quel precedente che si verrebbe a creare. “Il pericolo è reale - dice Zingales - ma non immediato.

Il QE non sarà infinito e alla prossima crisi, che potrà arrivare tra una anno o tra dieci, cui troveremmo con lo stesso problema”.

E la crisi greca non finirà. "Qualunque soluzione verrà presa - conclude il professore - sarà solo temporanea".

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