«No al partito dei padroni». Finalmente. Era ora che qualcuno lo dicesse. Non se ne può più di questi ricconi che vogliono comandare, di questi bellimbusti confindustriali, capitalisti dei miei stivali, questi figurini viziati che non sanno che cosa sia il lavoro duro, la fatica, i calli nelle mani. Era ora che qualcuno si muovesse per difendere gli interessi delle massaie e dei ceti operai. «No al partito dei padroni ». La rivolta è iniziata. E allora avanti, tutti dietro al nuovo capopopolo, al rivoluzionario barricadiero, tutti compatti con Ernesto Luca Montezemolo Guevara. Il presidente della Ferrari l'altro giorno è arrivato a Bari. E, appena sceso dall'auto col cavallino rampante, ha lanciato la parola d'ordine: «È l'ora del movimento popolare ». E che sia l'ora giusta lui lo sa bene, perché l'ha vista sul suo Rolex Gmt Master che non sbaglia mai.
Il nuovo movimento popolare contro lo stradominio dei padroni ha i suoi primi iscritti: Diego Della Valle, Emma Marcegaglia, Luigi Abete. Potrebbe avvicinarsi anche Alessandro Profumo, uno che avendo incassato una liquidazione da 40 milioni di euro, ha tutti i requisiti per salire su questa barca. Pardon: su questo yacht. Già individuati il primo covo delle terribili cellule popolari: la suite del Grand Hotel de Russie. I rivoltosi intingeranno le loro penne nello champagne e sventoleranno la bandiera della rivolta, naturalmente firmata da Hermes. Pronta anche la divisa di battaglia: un doppiopetto Caraceni. «No al partito dei padroni», proclameranno di nuovo in tono solenne. Poi si trasferiranno tutti in Confindustria per la cena di gala.
Adesso sì che i pensionati di Vimodrone sono tranquilli, adesso sì che le massaie di Casalpalocco possono tirare un sospiro di sollievo: a difenderli c'è il nuovo movimento popolare del cavallino rampante. Il suo capo, Cordero Tupamaros de Montezemolo, per essere davvero lontano dai padroni si è fatto passare dalla Fiat, nell'ultimo anno, uno stipendio da 8,7 milioni di euro: quando si dice la distanza totale, eh? Di questi tempi va così: basta avere un conto miliardario, magari una casa a Cortina, qualche abbondante patrimonio distribuito in preziosi, barche, Tod's, auto di lusso e ville con piscina, e via, si diventa di colpo rivoluzionari. Contro il sistema. Contro il palazzo. Contro i padroni. Si comprano pagine sui giornali, si fanno manifesti al sapor di quarantotto, si diventa paladini del popolo. Sono davvero scatenati questi barricadieri al sapor di Acqua di Parma e Louis Vuitton: «Basta con i poteri forti », gridano al mattino. E al pomeriggio vanno al consiglio d'amministrazione Mediobanca, Fiat o Rcs. Chiederebbero a gran voce la distruzione dei salotti buoni, se non fosse che sono troppo impegnati a occuparli.
Non vi sentite anche voi più sicuri? Non vi sentite anche voi più protetti? È nato il partito che dice no ai padroni. E a guidarlo chi poteva essere se non l'uomo che ha sempre detto sì ai padroni? Luca Monteprezzemolo, proprio lui, l'eterno ragazzo, quello che mette un piede in tutte le scarpe senza mai camminare con le sue gambe, il re dei box, che sta sempre alla partenza ma non arriva mai da nessuna parte. Non è perfetto per il «movimento popolare»? Ha cominciato a ingurgitare stock option con il latte nel biberon, invece del Plasmon mangiava caviale, e all'asilo andava già con i gemelli d'oro e l'orologio sopra il polsino per assomigliare all' Avvocato Agnelli. Quello che ci vuole per rappresentare le istanze della casalinga del mercato rionale, no?
E infatti Monteprezzemolo è diventato il capo della ribellione antipadronale. Non è meraviglioso? Lui, Emma, Diego e gli altri: sono gli stessi che da anni stanno ai vertici dell'economia italiana. Hanno guidato le più importanti aziende, le più importanti associazioni di aziende, i più importanti quotidiani. Ora scoprono che «siamo sull'orlo del burrone ». Citano Warren Buffet come fosse il nuovo Mao e il leader della Cgil Di Vittorio come se fosse il nuovo Adam Smith (un po' di confusione intellettuale?), si eleggono «eccellenze civiche» ed esempi etici (memoria corta su quelle bustarelle alla Fiat?) e poi si lanciano nella nuova avventura.
E chiamano a raccolta «insegnanti, ricercatori, poliziotti, artigiani, medici, militari » per un nuovo movimento popolare. Dimenticando che, se davvero fossimo sull'orlo del burrone, l'unico movimento davvero popolare sarebbe quello che dà loro una bella spinta in avanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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