Monti in tour a Berlino: "Non siamo più un pericolo"

Vertice Italia-Germania a Berlino. La Merkel, dopo aver elogiato l'Italia per gli sforzi fatti, assicura: "Siamo disposti a  versare fin dall’inizio più capitale nel fondo salva-stati permanente  perché se ci sono dei versamenti subito potrebbe essere un messaggio positivo per i mercati"

Monti in tour a Berlino: "Non siamo più un pericolo"

Monti prosegue il suo tour europeo. Dopo il vertice con la Francia è il giorno della Germania. A Berlino il presidente del Consiglio ha incontrato Angela Merkel, che lo ha riempito di elogi invitandolo ad andare avanti. Del resto era difficile immaginare un comportamento diverso da parte della Germania, visto il ruolo che ha avuto nella "defenestrazione" del Cavaliere. "Quello fra Germania e Italia - ha detto la cancelliera tedesca - è un rapporto ottimo. Vogliamo collaborare con l'Italia, ognuno di noi deve fare la sua parte per l'Europa. Non vogliano abbandonare nessuno. Credo che all'interno del governo italiano ci sia una grande coesione". I due capi di governo hanno parlato di "come rafforzare e rendere operativo" il fondo salva Stati europeo e anche del modo in cui la Bce possa dare il proprio contributo per renderlo operativo. Monti, molto soddisfatto, ha ribadito che "l’Europa non deve più temere un’Italia fonte di infezione per la zona europea".

La Merkel elogia il governo

"L'Italia ha fatto straordinarie per quanto riguarda il consolidamento del bilancio ma anche delle riforme - ha detto la Merkel -. Si tratta di cose che renderanno l'Italia più forte e che miglioreranno l'economia. Ho molto rispetto soprattutto per la rapidità con la quale sono state realizzate".

E Monti: la Germania è un modello

"La Germania da molto tempo offre a ogni paese europeo una prova concreta di come la disciplina del bilancio pubblico e una economia fondata sui principi del mercato, siano le migliori ricette per la crescita", ha detto Monti. "La Merkel ha espresso molto interesse per una esposizione che le ho fatto in dettaglio sulle misure che in tempi molto brevi il governo ha preso in Italia. Concentrandosi su due fasi - ricorda il premier - la prima incentrata sul consolidamento dei conti pubblici prima, la seconda sulla crescita. Ho anche illustrato alla cancelliera lo stato d’animo con il quale gli italiani hanno dato larga adesione alle dure misure che il governo ha dovuto adottare. È stato un atteggiamento di grande maturità da parte degli italiani che allo stesso tempo merita, non una ricompensa, ma un riconoscimento da parte dell’Europa, che non deve più temere l’Italia come possibile motivo d’infezione dell’area". L’Italia, ha aggiunto Monti, "è pronta a fare pienamente la propria parte nella conduzione dell’Europa verso lo sviluppo e la stabilità. Perché questo possa accadere occorre che la percezione del rischio che ancora avvolge l’eurozona venga affrontata e vinta" anche con "una forte cooperazione di Francia, Germania e Italia che possono offrire vie per una soluzione".

Abbiamo misure per la crescita

"Le indicazioni sulla congiuntura economica non sono positive - ha ammesso il premier italiano -. Italia e Germania hanno in comune misure per la crescita, che vogliamo entrambi che derivi da una struttura economica sana. E' compito di ogni paese metterla in atto. L'Italia l'ha fatto e sta facendo soprattutto in questo momento riforme che sono per la crescita".

Tobin tax? Sì ma per tutta l'Ue

"Non avrebbe molto senso la Tobin tax in un singolo Paese - dice Monti -  almeno non per l’Italia". Ma, anche se l’ideale sarebbe introdurla sul piano globale, "può avere senso nell’Europa a 27: non so se lo avrebbe sul piano dell’eurozona". La Merkel: "Abbiamo immaginato l’imposizione della tassa a livello europeo. Ma tutti i leader devono essere d’accordo. Noi siamo a favore di una introduzione a livello dei 27, mentre per quanto riguarda l’eurozona non c’è ancora un accordo".

L’Ue ha fallito nella competitività

"Vorrei che l’Ue fosse forte e competitiva - ha sottolineato la Merkel -. Nel 2000 i leader dissero che volevano diventare l’economia più competitiva del mondo. Con tutto rispetto non mi pare proprio che questo obiettivo sia stato raggiunto. Siamo un Continente dove la gente diventa più vecchia, dove manca l’innovazione - ha osservato - invece dobbiamo essere un Contiente forte, dove arrivano gli altri perché il mondo è cambiato». Parlando dell’unificazione tedesca, il cancelliere ha detto infine che «è stata un vantaggio per Ue".

Tassi di interesse più ragionevoli

Monti non si è limitato a incassare gli elogi. Nella conferenza stampa dopo il faccia a faccia con la Merkel ha detto chiaramente qquali sono i suoi obiettivi: "Ci aspettiamo dall’Europa, di cui l’Italia fa parte, la messa a punto di meccanismi che facilitino la trasformazione di buone politiche in tassi di interesse più ragionevoli. Quello che gli italiani sperano e quello che io spero - ha ribadito Monti - è che prima dei molti trimestri che occorrono per tradurre buone politiche economiche in crescita, nei mercati finanziari ci sia una riduzione dei tassi di interesse, perché se erano giusti o meno quando c’era diffidenza, ora non lo sono più".

Il premier: basta sacrifici

Dopo l'intervista di qualche giorno fa al quotidiano francese Le Figaro arriva quella al tedesco Die Welt. Il presidente del Consiglio lancia un chiaro allarme alla Merkel: se le "dolorose riforme" adottate in Italia non daranno presto i risultati sperati "per la loro disponibilità ai risparmi e alle riforme, sorgerà una protesta contro l’Europa che si sta già delineando, anche contro la Germania, che viene vista come la guida dell’intolleranza europea, ma anche contro la Bce". "Io chiedo gravi sacrifici agli italiani - sottolinea il premier -  ma posso pretenderli solo se si delineano concreti vantaggi, poiché "i sacrifici posso farli accettare ai cittadini solo se essi conducono alla crescita". Monti sottolinea che l'Italia è stata sempre un Paese molto favorevole all’Europa, ma se qualcosa non cambia, e in tempi rapidi, "potrebbe gettarsi nelle braccia dei populisti".

Questo, secondo Monti, deve preoccupare la Merkel perché se in Italia ci saranno

proteste contro l’Europa queste saranno rivolte anche contro la Germania, vista come il Paese leader dell’intolleranza targata Ue. Poi, giocoforza, le proteste si indirizzeranno anche "contro la Banca centrale europea".

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