Paura, fuoco, fiamme. Morte. Ora quello che resta dell'inferno è una palazzina sventrata, un mazzo di fiori sul marciapiede e lo sguardo perso nel vuoto dei sopravvissuti. Alle 5.10 di ieri mattina la situazione era diversa. Via Grigna 10, zona residenziale, condominio «il focolare», un nome, un presagio. Cesare Ubertose, 54 anni, dirigente d'azienda in pensione dorme con la moglie e i due figli nell'appartamento al quinto piano. Si sveglia e di colpo cerca di mettersi in salvo con la famiglia. Troppo tardi. Il fumo e le fiamme che arrivano dal secondo piano gli lasciano poche speranze. Quando i poliziotti e i pompieri entrano nell'appartamento incenerito dal rogo è ancora vivo. Respira a fatica. Morirà pochi istanti dopo sull'ambulanza che lo trasporta all'ospedale. Sorte migliore hanno la moglie Patrizia di 52 anni e la figlia Giulia diciottenne. Erano in coma, ma nel tardo pomeriggio di ieri si sono riprese. Andrea, 22 anni, l'altro figlio, ha bruciature su varie parti del corpo, ma è il meno grave di tutti. La scena che si è presentata ai primi soccorritori è stata drammatica. Gente che urlava e piangeva sui balconi. Qualcuno si è dato da fare con secchi d'acqua. La famiglia Ubertose ha cercato disperatamente di salvarsi, ma la mancanza d'aria ha avuto il sopravvento. Padre, madre e due figli sono stati trovati in stanze diverse con la porta d'ingresso bloccata e le finestre sbarrate con gli infissi colati dal calore. Le fiamme si sono propagate dal secondo piano. Con tutta probabilità a causa di un corto circuito dell'impianto elettrico. Una presa di corrente difettosa nascosta nell'armadio della camera da letto. Mai come in questa caso, tuttavia, la tragedia sembra essere stata annunciata. Paolo Meschia, proprietario dell'appartamento da dove si è scatenato l'inferno, ha sostenuto di avere telefonato a mezzonotte al centralino dei Vigili del fuoco per segnalare un forte odore di gomma bruciata «Ero appena rientrato da una cena con amici - commenta -. Ho sentito questa puzza e ho acceso tutte quante le luci. Poi ho chiamato i pompieri, ma mi hanno risposto di stare tranquillo e di andare a dormire». Secondo altri vicini, inoltre, i soccorsi dei pompieri sarebbero arrivati con oltre 30 minuti dalla prima chiamata. Donata Costa, sostituto procuratore monzese, ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo.
Il pompiere di turno ieri alla centrale operativa è stato sentito da polizia e dal pubblico ministero che nel frattempo hanno anche acquisito la registrazione della telefonata.
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