Monza schiera in campo la nuova giunta

All’Urbanistica designato l’azzurro Paolo Romani, vicesindaco Dario Allevi Martina Sassoli è il più giovane assessore in rosa scelto per la città

Sette a Fi più tre ad An fanno 10. Uno al sindaco, uno all’Udc, uno alla Lega e uno alla Lista civica Mida. In tutto 14. Scopa, primiera, settebello e quattro di mazzo. Anche se i conti hanno fatto fatica a tornare ora Monza ha la sua giunta. Quello che ha salvato la patria è l’azzurro Domenico Inga che ha fatto un passo indietro a delega già firmata per fare spazio all’esponente Udc Paolo Gargantini. Un atto di responsabilità che verrà ricompensato dalla presidenza del Consiglio.
Marco Mariani, il sindaco uscito dalle urne mette le carte sul tavolo, spariglia i giochi e si prepara per la prima mano di sabato quando ci sarà il Consiglio. La nuova giunta è stata varata ieri pomeriggio. Qualche ritorno eccellente, ma soprattutto due novità che fanno capire che la mano giocata è di quelle che non passano inosservate. Un carico di briscola come Paolo Romani in giunta titolare dell’Urbanistica non è proprio da tutti. Una nomina politica che mette al riparo la coalizione dalle turbolenze del mattone che a Monza hanno sempre provocato guai. Per lui la programmazione urbanistica, sportello unico e Pgt. Sarà pure capo delegazione azzurro in giunta. E poi un record. Martina Sassoli, 24 anni, di Forza Italia, la più giovane donna che abbia mai ricoperto la carica di assessore a Monza. Avrà le pari opportunità, i giovani e il sistema bibliotecario comunale e intercomunale.
Scontata la nomina di Dario Allevi a vicesindaco. L’esponente di An dovrà occuparsi di Sport, gestione di impianti ed eventi sportivi, turismo e spettacolo e affari istituzionali. Avendo gli azzurri rinunciato a sindaco e al suo vice, hanno fatto la parte del leone. Osvaldo Mangone, l’ex capogruppo durante i cinque anni di opposizione, occuperà la poltrona dei Lavori pubblici, patrimonio e demanio, edilizia economico popolare, alloggi comunali e manutenzione, strade e fognature e canile. Pierfranco Maffè, vicino al governatore della Lombardia dovrà sovrintendere a Parco, Villa reale, Istruzione, mense scolastiche, Comunicazione e Informatore comunale e all’Urban Center. Il vecchio leone della politica democristiana degli anni Ottanta, Alfonso Di Lio rientra con la delega a mostre, musei, organizzazione comunale, personale e formazione. Giovanni Antonicelli all’Ecologia, verde pubblico, smaltimento rifiuti, arredo urbano e giardini, manutenzione cimiteriale. Paolo Gargantini dell’Udc al Commercio, fiere e mercati, polizia amministrativa, industria, artigianato ed agricoltura. I servizi sociali, politiche per la famiglia e consultorio, osservatorio anziani, asili nido e volontariato toccano a Stefano Carugo. Il sindaco si è scelto un fedelissimo per Università, ricerca scientifica e salute come Marco Baldoni. Per il Mida, Cesare Boneschi ha strappato l’Edilizia privata, i Consorzi, aziende ed Enti partecipati, fiera e affari generali. Il leghista Massimiliano Romeo sarà il «nuovo sceriffo» titolare di polizia locale, viabilità, trasporti e parcheggi, sicurezza dei cittadini, protezione civile ed anagrafe.
Al Bilancio, dove nessuno voleva andare, tributi, programmazione economica e finanziaria, economato, Alleanza nazionale ci ha messo Marco Meloro, fedelissimo di Roberto Alboni conosce poco Monza, ma è un buon tecnico.

Lucia Arizzi invece aspirava alla Cultura si dovrà accontentare di una delega degna della squadra di calcio locale come lo può essere lo sportello dei cittadini, servizi cimiteriali, stato civile, carta dei servizi, statistica, circoscrizioni, statuto. Come cantava Mina, domani è un altro giorno.

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