Erano solo canzonette. Ma avrebbero dovuto trasformarsi in una sinfonia per il primo canale. E, invece no, il progetto di far rivivere Canzonissima, lo storico show degli anni Sessanta, quello mitico di Delia Scala, Dario Fo e Franca Rame, è abortito ancora prima di nascere. Avrebbe dovuto andare in onda dal 18 settembre fino al 6 gennaio, giorno di estrazione della Lotteria Italia, con la conduzione di Gianni Morandi. Insomma sarebbe stato il pilastro del palinsesto autunnale di Raiuno. Per cui vi si erano investite molte attenzioni, energie e gran parte del budget riservato al varietà. Però, ieri il direttore generale Mauro Masi e il direttore di Raiuno Mauro Mazza, hanno messo la parola fine al progetto: Canzonissima non si farà. Se ne parlava da anni e il sogno sembrava sul punto di realizzarsi. Cos’è successo che ha fatto cambiare strategia? Ufficialmente si parla di costi troppi alti non compatibili con il piano industriale, ma un’altra motivazione va cercata nella mancanza di un cast forte. Morandi, dall’alto delle sue conoscenze, ha provato in tutti i modi a convincere i big della canzone italiana a partecipare. Ma finora solo pochi avevano accettato, tra cui Al Bano e Toto Cutugno. Si facevano anche i nomi di Michele Zarrillo, Milva, Mal, Max Pezzali e Valerio Scanu. Troppo poco per mettere in piedi un show di quattro mesi, i cui costi enormi avrebbero dovuto trasformarsi in grandi risultati d’ascolto. Si rischiava un flop, si poteva andare incontro a un’enorme figuraccia. Il problema è che i cantanti italiani non accettano di andare in gara neppure a Sanremo, figuriamoci se rischiano di mettersi in gioco in una sfida al televoto (seppure mitigato da una giuria di qualità) che dura settimane. Il meccanismo prevedeva infatti che i concorrenti si presentassero con degli inediti cui affiancare brani del loro repertorio. In più, lo show era stato programmato per il sabato sera, giorno di collocazione naturale con abbinamento all’estrazione della Lotteria Italia. Dunque doveva sfidare C’è posta per te di Maria De Filippi, la corazzata contro cui si sono infranti molti programmi di Raiuno. Per dare una chance a Canzonissima, si era anche pensato di mandarla in onda al venerdì e di togliere dal resto della programmazione autunnale altri show musicali in modo che l’attenzione e soprattutto gli ospiti (quelli fuori gara come a Sanremo) si concentrassero su di lei. Invece, pare che tutto questo non sia bastato. Il produttore Bibi Ballandi e Morandi si sono tristemente arresi all’evidenza. Certo, il cantante non ne sarà contento: ci aveva già messo molto impegno. E, poi, il suo ultimo programma su Raiuno - Grazie a tutti - era piaciuto molto al pubblico, tanto da far ben sperare per il progetto successivo.
Ora per il direttore Mauro Mazza, che già si è trovato nella bufera per la rivelazione dei programmi appaltati alla «suocera» di Gianfranco Fini e alla moglie di Italo Bocchino, si aprono giorni complicati. Il palinsesto d’autunno va definito entro breve per essere presentato agli inserzionisti pubblicitari che lo tengono in piedi con gli spot. Ora entrano in gioco altri programmi: in primo luogo I migliori anni che era stato cancellato dal palinsesto autunnale proprio per non sovrapporsi come genere (e ospiti musicali) a Canzonissima. Inoltre I soliti ignoti (il giochino condotto da Fabrizio Frizzi) in versione lunga da prime time. E Ti lascio una canzone, lo show - prodotto sempre da Ballandi - con i bambini canterini in onda in queste settimane che, nelle prime intenzione doveva andare in onda al venerdì. I tre show dovrebbero dividersi tra le serate del martedì, venerdì e sabato. In questo movimento di caselle, sembra ritrovare un posto nel periodo settembre-ottobre lo show di Pippo Baudo, quello prodotto dalla Goodtime, la società di Gabriella Buontempo, moglie di Italo Bocchino, al centro di numerosi articoli di questo giornale.
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