Moratti e Bracco, patto per le infrastrutture

La richiesta a Prodi: liberare le risorse per realizzare le grandi opere in cantiere

Marcello Chirico

Diana e Letizia. Di sicuro non è la prima volta che la signora Bracco e la signora Moratti si incontrano in una sede istituzionale, negli ultimi anni chissà quante volte è capitato. Ma quella in agenda stamattina, nella sede di Assolombarda per la consueta assemblea annuale, è diversa dalle altre, perché stavolta l’argomento prioritario, l’interesse comune è Milano. La città in cui sono nate, nella quale lavorano, che adesso entrambe rappresentano e per la quale entrambe chiedono più attenzione. Come donna-manager e imprenditrice Diana Bracco, presidente di Assolombarda, da prima cittadina il sindaco Letizia Moratti. Chi l’avrebbe mai detto, probabilmente nemmeno loro stesse, che un giorno sarebbero state due donne (seppur abituate a indossare fin da ragazze i pantaloni) a rappresentare le due anime più rappresentative di questa città così maschile: quella politica (la Moratti) e quella dei cosiddetti «poteri forti» (la Bracco). Sta accadendo ora ciò che, forse, entrambe avevano sognato da ragazze, quando studiavano al Parini o al Collegio delle fanciulle. Essere cioè le protagoniste, o - meglio ancora, per due come loro allenate alla scuola del «fare - i motori dello sviluppo, del cambiamento della loro metropoli. Mica poco...
Stamattina ad Assolombarda saranno indubbiamente Diana e Letizia le prime attrici su un palcoscenico fino all’altroieri riservato a soli uomini in grisaglia. Di sicuro, ai signori Montezemolo, Tronchetti, Confalonieri, Romiti, Galateri, Mazzotta, Abete, Ligresti e Sangalli un certo effetto glielo farà, ma non lo ammetteranno mai.
Di cosa parleranno? Da quanto filtrato ieri dalla sede confindustriale, la Bracco metterà al centro della propria relazione una decisa rivendicazione della centralità di Milano e del suo sistema industriale per il futuro dell’economia italiana, ma c’è da scommetterci che altrettanto - seppur con chiavi leggermente diverse - farà la Moratti. Così come entrambe approfitteranno della presenza del vicepremier Letta e del ministro dello Sviluppo economico Bersani per lanciare un forte appello al Governo affinché non blocchi i cantieri lombardi e permetta la realizzazione delle principali opere viabilistiche di cui hanno bisogno Milano e la Lombardia. E quindi, Tangenziale Est Esterna, BreBeMi, Pedemontana, Tav. «In una parola sola: liberate risorse per le infrastrutture» ha sintetizzato ieri, con una battuta, la stessa Bracco, d’accordissimo fare squadra con la Letizia, ma anche con Formigoni e Penati per ottenere le infrastrutture che servono. «Assolombarda è schierata con loro - ha aggiunto la presidentessa -, perché questo patto va nella direzione più volte da noi imprenditori indicata. Sono tutte opere indispensabili per la logistica della fascia settentrionale del Paese, non dimentichiamo che Milano e la Lombardia sono un ponte verso l’Europa e il resto d’Italia. Chiediamo attenzione a Milano, perché Milano può essere il traino del Paese». Parole che senz’altro quest’oggi sottoscriverà pure la signora sindaco.


Ma la capitale dell’imprenditoria nazionale, come sta? La Bracco è pronta a smentire le cassandre dei sindacati che parlano di 8.000 posti di lavoro a rischio. «I segnali dell’autunno si sono consolidati - annuncia -, le nostre imprese hanno fatto autodiagnosi e sono state coraggiose, ponendo le premesse per la ripresa».

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