Moretti e Baricco

L’autore di Seta si dedica alla Nona di Beethoven, il regista si aggiudica una retrospettiva

Dopo i festeggiamenti per il sessantesimo anniversario, l’edizione di quest’anno del Festival di Locarno si preannuncia così vivace da sfiorare l’impertinenza. La programmazione è stata arricchita: due mostre, due libri, una nuova struttura di accoglienza e dibattiti ai piedi della splendida magnolia all’ingresso della Piazza, «PardoWay» per incontrarsi e divertirsi giorno e notte, una nuova illuminazione per la Piazza Grande e, infine, l’introduzione dei sottotitoli elettronici per i due concorsi riservati ai lungometraggi. Dalla Piazza Grande alle sperimentazioni di Play Forward, dal Concorso internazionale ai Pardi di domani senza dimenticare il Concorso Cineasti del presente, Ici et Ailleurs o Open Doors. Con un’ottica più chiara, il Festival offre maggiore spazio a una delle componenti essenziali dello spirito di Locarno: gli incontri tra i cineasti e il loro pubblico. Mai come in passato il Festival offre il suo orecchio attento per cogliere le voci del tempo e del mondo: innumerevoli i film che affrontano grandi temi politici e sociali, attraverso il denominatore comune più piccolo: la famiglia, o meglio ciò che ne resta, genitori assenti, figli perduti, emarginati di una società alla deriva. Presenti anche i temi di confronto fra natura e uomo, ecologia e sviluppo sostenibile. Due i cineasti celebrati in questa edizione: Amos Gitai con il Pardo d’onore e Nanni Moretti con una retrospettiva integrale, un libro e una mostra: il loro cinema è una formidabile opera di creazione che mostra, sempre, un presente che riguarda tutti, mescolando la finzione più pura a tracce di realtà.
La selezione di questa edizione ha un profilo molto europeo, con cinque co-produzioni francesi e cinque germanofone. Variegato anche il panorama anglofono, con tre film americani, due inglesi e uno australiano. Ad aprire il programma, Brideshead Revisited di Julian Jarrold (Becoming Jane) con Emma Thompson, tratto dal romanzo di Evelyn Waugh. La chiusura è affidata a Back soon, spassosissima commedia scandinava ricca di poesia e marijuana, della cineasta franco-islandese Solveig Anspach. Acido umorismo invece per Choke (Soffocare) di Clark Gregg, dal romanzo omonimo dell’ americano Chuck Palahniuk (Fight Club), con Anjelica Huston. Infine, completo cambio di scena con Khamsa di Karim Dridi, che torna a Locarno dieci anni dopo Hors Jeu (Concorso internazionale 1998). Girato a Marsiglia con giovani attori non professionisti, Khamsa offre una commovente cronaca sociale che ammicca ai Quattrocento colpi, su sfondi urbani e campi gitani. Nella Piazza musicale il cineasta britannico Julien Temple, habitué dei film musicali (Joe Strummer: The Future is unwritten, Absolute Beginners), propone con The Eternity Man un vero film-opera contemporaneo; il libretto e la partitura sono stati infatti scritti espressamente per il cinema. Questo affresco sulla fondazione della città di Sydney invita gli spettatori ad un’ esperienza sensoriale e musicale.
Un emozionante film sulla montagna, Nordwand (North Face) di Philipp Stölzl , ripercorre il tragico tentativo del 1936 di scalare la parete settentrionale dell’Eiger, nelle Alpi svizzere.

Il thriller austriaco In 3 Tagen bist Du tot 2 di Andreas Prochaska, secondo capitolo del film che aveva già tenuto la Piazza con il fiato sospeso nel 2006, aumenterà ancora la suspense.
Infine, epopea e fantascienza saranno gli ingredienti principali di Outlander di Howard McCain, super produzione americana al cardiopalma popolata di alieni e vichinghi, con Jim Caviezel protagonista.

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