Da lunedì a giovedì, in seconda serata su Raidue, gli spettatori avranno finalmente «la loro chance: capire qualcosa in più della musica», «raccontata da uno dei pochi che la conosce», il solo capace di fare «una narrazione musicale in televisione». E così potranno assistere a un vero «viaggio nella musica che è anche un viaggio sentimentale» perché «la musica è la materia più complessa che ci sia e questa è la più grande occasione che possa capitare al servizio pubblico».
Parola di Morgan che, com'è noto, non pecca di modestia e di ego ipertrofico. Infatti, il programma che finalmente gli è stato concesso di realizzare si chiama StraMorgan: titolo che unisce lo straripare del suo essere al nome di Pino Strabioli che lo affianca (e che è un vero conoscitore dello spettacolo). Obiettivo di Marco Castoldi (Morgan) è fare una lezione-show su quattro grandi artisti: Modugno, Bindi, Battisti e Battiato. Uno per puntata, verranno messi a confronto con Elvis Presley, Freddie Mercury, David Bowie e Brian Eno. Ospiti importanti: da Capossela a Dolcenera, Tony Hadley, Carlo Guaitoli, Gino Paoli, Paolo Rossi, Chiara Galiazzo eccetera. «Più importanti i non-ospiti come Mengoni, Madame e tanti altri - spiega Castoldi - perché avrebbero incontrato una cosa alla quale non sono abituati: l'autenticità». Però lui è uno che «rispetta le persone», che «è sensibile», che ama «l'essere umano più di ogni altra cosa la mondo». Che se nessuno lo ha mai capito finora («Non sono un ribelle, mi ribello alle singole cose che trovo ingiuste») è per colpa dei giornalisti (chissà perché convocati in conferenza stampa) che fanno i titoli sbagliati e non capiscono che «anche il giornalismo è letteratura». Difatti, ora che i dirigenti della Rai (e chissà mai perché solo ora) hanno capito che tutto quello che è stato scritto su di lui sarebbe «letteratura», gli hanno dato una grande chance. «Avevo già presentato tanti progetti, ora finalmente mi è stata data questa chance, di cui ringrazio».
Ed è anche una chance per la Rai «di fare un prodotto tutto interno» e una chance - appunto - per il
pubblico. Il futuro a Sanremo? «Non ho mai chiesto niente, ma se mi offrissero di fare il direttore artistico - e sarei il più bravo di tutti - accetterei». Tanto ormai in Rai hanno finalmente compreso il suo genio. A lunedì.
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