Morta Williams, la prima donna nera della lirica

Morta Williams, la prima donna nera della lirica

Dopo Etta James, scomparsa il 20 gennaio, domenica se ne è andata anche il soprano Camilla Williams, grande ugola afroamericana, seppure di altro genere musicale. La Williams era nata (in Virginia) all’alba degli anni Ruggenti, nel 1919. E qualche tratto leonino dovette tirarlo fuori lei per sfondare in un mondo di «bianchi» come quello dell’opera. Così, non le rimase che infilare una serie di primati. Prima donna di colore a strappare un contratto a un teatro lirico americano. Prima donna di colore a insegnare canto in un’Università degli States. Prima afroamericana a cantare in uno dei teatri d’Opera più influenti d’Europa, quello di Vienna, nel 1954.
Nata e cresciuta in una fase storica in cui la discriminazione razziale era moneta corrente, usò la propria voce anche per affermare i diritti civili degli emarginati, come quando cantò alla fine della marcia su Washington, proprio prima che Martin Luther King enunciasse il suo «I have a dream». Martin Luther King la volle poi come cantante per la cerimonia di assegnazione del Nobel per la Pace. Da attivista purosangue, la Williams si scelse un marito altrettanto impegnato, l’avvocato di Malcolm X, Charles T.Beavers. Non mancò di tenere concerti a favore dei prigionieri per la causa che lei stessa sosteneva.
La Williams buttò giù la prima barriera razziale con il debutto-sensazione a New York, nella City Opera. Era il 15 maggio 1946 e per mettere subito le cose in chiaro si produsse nel ruolo numero uno, quello della protagonista, la giapponese Cio-Cio-San, in Madama Butterfly. Puccini rimase poi l’autore prediletto assieme al Verdi di Aida. Prima dell’esordio, studio matto, disperato e una provvidenziale borsa di studio per raggiungere Filadelfia, senza quella non sarebbe stato possibile affinare la pregiata ugola: la famiglia era povera seppure con passione per la musica. Certo, in casa Williams si cantava, però gospel e blues, non proprio le arie del melodramma. Ma quella ragazza cocciuta e di talento dai suoi ebbe carta bianca, a ciò si aggiunse la fortuna che nella sua città, Danville, arrivasse un maestro di canto scozzese che insegnava nelle scuole per ragazze bianche e privatamente per quelle di colore.

La Williams non è stata la Callas del Nuovo Mondo. D’accordo. Però è stata un fenomeno dirompente che ha poi aperto la strada ai colleghi di colore di poi, da Marian Anderson (prima a mettere piede al Met), Leontyne Price, fino a Jessye Norman e Barbara Hendricks.

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