Morto Arnoldo Foà

A pochi giorni dal suo 98° compleanno, scompare la "voce" del teatro italiano

Morto Arnoldo Foà

Con Arnoldo Foà, morto oggi a Roma a pochi giorni dal suo 98° compleanno, scompare la "voce" del teatro italiano. Timbro inconfondibile che ha accompagnato in una vita lunga e avventurosa migliaia di appassionati del palcoscenico e non solo.

Nato a Ferrara il 24 gennaio del 1916, comincia la sua attività in teatro piuttosto presto, a 17 anni, dopo aver frequentato a Firenze una scuola di recitazione. Ma non sono esperienze appaganti e per questo opta per il Centro sperimentale di cinematografia a Roma. Nel 1938, l'anno delle Leggi razziali del fascismo, Foà in quanto ebreo deve abbandonare il Centro e, per lavorare, è costretto ad usare nomi falsi (tra cui Puccio Gamma) e a ricoprire saltuariamente il ruolo del sostituto di attori malati. Riesce così a lavorare nelle compagnie più prestigiose: Cervi-Pagnani-Morelli-Stoppa, Ninchi-Barnabò, Adani-Cimara, Maltagliati-Cimara. Nel 1943 si rifugia a Napoli, dove diventa capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata PWB: spetta a lui - quasi una vendetta della storia - la comunicazione dell'armistizio con gli Alleati, l'8 settembre 1943.

Nel 1945 riprende con il teatro, interpretando, per la compagnia del Teatro Eliseo di Roma, La brava gente di Irwin Shaw. Da lì la sua carriera riprende sempre più intensa: da Delitto e castigo e La luna è tramontata diretti da Visconti, a Enrico IV con Ruggeri. Si impone per l'asciutta modernità, la sobrietà di gesti e intonazioni, in spettacoli come Anna per mille giorni, Detective Story e Lazzaro. Fa compagnia con Andreina Pagnani (Ma non è una cosa seria), Lea Massari (Due in altalena), Lea Padovani (La stanza degli ospiti). Tra le sue prestazioni più originali Fiorenza di Thomas Mann, interpretato negli anni Ottanta per la Festa del Teatro di San Miniato. Ma lo stesso è molto attivo nel cinema, in tv e in campo radiofonico: il suo primo esordio è del '45 con Un giorno nella vita di Blasetti per poi interpretare circa altre cento pellicole. Fra queste Processo di Orson Welles, I cento cavalieri di Cottafavi, L'uomo venuto dal Kremlino, al fianco di Anthony Quinn. Sono stati però la radio e la televisione - grazie anche alla sua caldissima voce - ad imporlo al grande pubblico. Alla radio, prima nei panni del simpatico Capitan Matamoro, poi con Arcobaleno, trasmissione di attualità, ed infine come protagonista del Faust. Alla tv, in una serie di teleromanzi: nonno in Piccole donne, ma anche Capitan Fracassa, zio tiranno e strozzino in Nicola Nikleby, ruggente capitano dell'Isola del tesoro, il bieco Sir Daniel in Freccia rossa. Memorabili alcuni suoi recital, da quelli dedicati alla poesia, a cominciare dalla Divina Commedia, sino a quello con Milva, del '65, su Canti e poesie della libertà. Foà si è cimentato anche come drammaturgo con Signori buonasera e Il testimone, di cui è stato il regista. Dal 2002 ha realizzato alcuni cd di una collana con registrazioni di brani di poeti e filosofi, commentati da musiche appositamente create e un cd di poesie scritte da lui stesso. Nel 2008 con l'editore ferrarese Corbo Editore ha pubblicato un romanzo scritto durante gli anni trascorsi all'estero (Joanna. Luzmarina), e con Sellerio ha nel 2009 pubblicato la sua Autobiografia un artista burbero.

Nel 1994, a 78 anni, in polemica col fisco e con l'Italia, dopo aver venduto tutto, Foà si ritira alle Seychelles, a fare la vita del pensionato. Ma ritorna alcuni anni dopo.

In tempo per sposarsi (per la quarta volta) nel novembre del 2005 a quasi 90 anni con la sua ultima compagna Annamaria Procaccini, poco più che quarantenne. I funerali laici si terranno lunedì in Campidoglio, dove era stato festeggiato per i suoi 95 anni.

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