Morto operaio Amsa. "Siamo come in guerra"

Mazzeo, 52 anni, schiacciato dal suo furgone. I sindacati: "Si faccia di più per prevenire"

Morto operaio Amsa. "Siamo come in guerra"
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Non ci sono testimoni e si sta ancora cercando di capire cosa sia successo nel dettaglio intorno alle 18 della vigilia di Natale, quando in via Zama ha perso la vita Maurizio Mazzeo, operaio dell'Amsa 52enne. Il sindaco Giuseppe Sala ha espresso cordoglio: «Siamo profondamente rattristati per il tragico incidente che è costato la vita a Maurizio Mazzeo, dipendente di Amsa. Esprimo il mio personale cordoglio e quello della giunta alla famiglia e ai suoi colleghi di lavoro. Le nostre più sentite condoglianze». Mazzeo, originario di Cernusco sul Naviglio e dipendente Amsa da 25 anni, lascia moglie e tre figli.

Secondo le prime ricostruzioni l'operaio, che era in turno da solo, era appena sceso dal suo furgone per svolgere il proprio lavoro, quando questo si è rimesso in moto travolgendolo e schiacciandolo contro un'auto parcheggiata. All'arrivo dei soccorsi Mazzeo era già morto. I vigili del fuoco hanno impiegato alcune ore per tirarlo fuori dalle lamiere. La causa potrebbe essere una fatalità o un errore umano o un guasto meccanico. «Maurizio si occupava di spazzare i marciapiedi e svuotare i cestini - spiega Giovanni Faraci, responsabile Amsa della Fit Cisl -. Era in turno da solo e ancora non sappiamo se qualcuno abbia assistito alla scena. Dal punto di vista della dinamica non sappiamo fin qui molto. Aspettiamo con fiducia gli accertamenti delle autorità. In questo momento la nostra attenzione va in particolare alla sua famiglia». Faraci ragiona: «Quello che è certo è che non si può morire così, ognuno di noi deve poter tornare a casa la sera dopo il lavoro. È necessario alzare il livello della cultura di salute e sicurezza. E questo ci riguarda tutti». Amsa da parte sua ha espresso «profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Maurizio Mazzeo» e ha «da subito assicurato la massima collaborazione alle autorità competenti per stabilire le cause di quanto accaduto». Mentre una nota di Camera del lavoro di Milano e Funzione pubblica Cgil sottolinea: «L'ennesimo morto sul lavoro a Milano e come nelle guerre militari che straziano il mondo anche quella che miete vittime innocenti tra chi lavora non si ferma. Alla famiglia il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Quello che rimane è il dubbio, il ragionevole dubbio, se non si possa fare di più per evitare questa strage. Errore umano, guasto meccanico? Rimaniamo in attesa della ricostruzione ma sappiamo che, come tutte le altre, anche questa morte sul lavoro si sarebbe potuta evitare.

Investimenti su sicurezze passive, manutenzione dei mezzi, maggiore formazione del personale, soluzioni organizzative che non prevedano si lavori da soli (perché gli occhi degli altri siano anche i nostri) sono solo alcune delle leve su cui lavorare per prevenire».

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