Una mostra promossa dal Museo-Memoriale di Mauthausen. Tre sguardi sul medesimo orrore, il campo di concentramento di Mauthausen, dove morirono oltre novantamila persone e che fu l'ultimo liberato, ottant'anni fa, il 5 maggio del 1945 (era stato aperto nel 1938), quando la resa della Germania nazista era ormai ufficiale. Un po' come nel film premio Oscar «La zona di interesse», dedicato a Auschwitz, ma qui grazie a immagini assolutamente documentate e documentarie, c'è anche la possibilità di visionare la falsificazione della realtà messa in atto dalle SS, che avevano un laboratorio fotografico nel campo, documentando anche finti suicidi, e che cercarono di distruggere tutte le prove solo al momento dell'arrivo degli Americani, ma non vi riuscirono del tutto grazie al gesto coraggioso di un gruppo di prigionieri: perché non si perdesse almeno il ricordo di ciò che era stato, riuscirono a mettere in salvo almeno una parte dei negativi prodotti dagli stessi tedeschi. C'è poi lo sguardo degli Americani: ci fu chi parlò esplicitamente di «un inferno». E lo sguardo dei medesimi ex prigionieri che a quell'inferno erano riusciti in qualche modo a sopravvivere.
«La storia dietro le immagini. Foto del campo di Mauthausen», proseguirà fino al 23 febbraio alla Casa della Memoria (Via Federico Confalonieri 14). Oltre novantamila persone morirono nel campo dopo aver subito sevizie e tormenti: migliaia i prigionieri fucilati, o uccisi con iniezioni letali, o assassinati a colpi di botte, o lasciati morire di freddo. Oltre diecimila prigionieri furono assassinati per asfissia, la maggior parte nella camera a gas nel Campo centrale, altri nel castello di Hartheim, uno dei centri di sterminio del «Progetto eutanasia», oppure in baracche sigillate o in un autobus che facevano la spola fra Mauthausen e Gusen, nel quale veniva immesso il gas velenoso.
La gran parte dei prigionieri dei lager però, non sopravvisse allo sfruttamento spietato della manodopera: morì per le torture. I deportati furono quasi 200.000 donne e uomini di oltre 50 nazionalità diverse: oltre 4.500 erano italiani.
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