Che ci fa un bolide di F1 in mezzo alle slot machine e alle roulette?

Il video con una monoposto del team anglo-austriaco che sfreccia tra i tavoli dei casinò sta spopolando sui social ma dietro al prossimo GP di Las Vegas c'è molto altro: gli organizzatori puntano ad incassare almeno 500 milioni di dollari

Che ci fa un bolide di F1 in mezzo alle slot machine e alle roulette?

Buona parte della fortuna della bevanda che ti mette le ali è dovuta alla creatività del team che si occupa dei social media e dall’aver scommesso pesantemente sull’unione tra i successi sportivi ed il marchio del "toro colorato". Onestamente, però, nessuno si aspettava di vedere una Red Bull Formula 1 sfrecciare tra le roulette e le rumorose slot machine di uno dei casinò più famosi di Las Vegas. Il video, montato con la solita maestria, sta facendosi largo tra i vari social media, confermando il successo di iniziative del genere nell’ampliare l’interesse per la F1 in fasce di popolazione solitamente molto fredde nei confronti del circus iridato.

La scelta della location non è stata affatto casuale: la capitale del gioco d’azzardo a stelle e strisce è solo l’ultima scommessa di Liberty Media per espandere l’influenza della competizione motoristica più ricca al mondo nel lucrativo mercato nordamericano. L’azzardo, in questo caso, potrebbe garantire ritorni niente affatto disprezzabili, nell’ordine di centinaia di milioni.

Il futuro della Formula 1?

Ai tradizionalisti sicuramente queste sparate faranno storcere il naso ma sembra chiaro che la strategia della società americana per rendere ancora più famosa la stella dell’universo dei motori ha molto a che fare con lo spettacolo e decisamente meno con il lato sportivo e tecnologico. Il fatto di aver usato non la vettura dell’ultima stagione ma un modello classico, una RB7 del 2011, il cui rombo è decisamente più scenografico, non sarebbe stato affatto casuale. L’importante era realizzare un video spettacolare e tenere alta la tensione sui social per una delle nuove gare del calendario 2023, anche se si terrà solo tra 11 mesi. Le riprese, in realtà, si erano tenute lo scorso novembre, prima dell’evento di lancio ufficiale del nuovo Gran Premio, tanto per accumulare girato e foto da usare nel lungo percorso di avvicinamento.

Invece di affidarsi alla grafica computerizzata, niente di meglio di riprese professionali per vedere l’effetto che fa una monoposto sulla famosa Strip della metropoli del Nevada, sfrecciando ad alta velocità tra i famosi casinò illuminata dalle mille luci al neon della capitale del gioco d’azzardo. Chiaro che la RB7 ha avuto bisogno di qualche modifica, prima tra tutte l’installazione di fari, aggiunta che farà andare la colazione di traverso agli esperti di aerodinamica del team campione del mondo. Ai puristi non piace di sicuro, ma il futuro della categoria sembra proprio questo: addio ai poco redditizi circuiti storici, benvenute le nuove gare, specialmente se accompagnate da parecchi quattrini.

Si ritorna dopo 41 anni

Non è la prima volta che il circus si ferma nella metropoli nata nel mezzo del deserto grazie al gioco d’azzardo. Nel 1981 e 1982 la Formula 1 corse il Gran Premio degli Stati Uniti da quelle parti, in un percorso cittadino che non fece niente per farsi apprezzare dai piloti e dal pubblico televisivo. Un budello stretto, con muretti troppo vicini e sorpassi quasi impossibili, tanto da giustificarne l’uscita di scena quando il contratto con gli organizzatori finì. Stavolta, invece, la gara del Nevada sarà la terza a tenersi negli Stati Uniti nella stagione, dopo Miami ed Austin.

A renderla diversa il fatto che si terrà di notte e che per la prima volta userà come uno dei rettilinei proprio la famosa Strip, resa celebre dai grandi casinò, visti in mille film e serie televisive. Il circuito stavolta sarà decisamente più lungo, 6,12 chilometri e parecchio più veloce: tre rettilinei, una serie di curve ad alta velocità e una sezione di chicane buona per i sorpassi. La velocità di punta di oltre 340 Km/h dovrebbe rendere complicato il setup aerodinamico, introducendo un elemento di strategia che potrebbe fare la differenza.

Lo scorso 5 novembre, quando si è tenuto l’evento ufficiale di presentazione, tutte le autorità dello stato erano presenti, oltre al presidente dell’organizzazione locale, guidata dal potente promoter americano Live Nation. Las Vegas sta provando da anni ad andare oltre il gioco d’azzardo, reinventandosi come “la più grande arena al mondo”: per loro la Formula 1 non è che l’ultima trovata per convincere visitatori a prenotare un weekend nei lussuosi alberghi. Se poi, magari, spenderanno qualcosa nei casinò, tutto di guadagnato. Domenicali si è detto convinto della scelta, affermando che “non c’è posto migliore per un gran premio di F1 che la capitale mondiale dell’intrattenimento”. La cosa farà trasalire chi piange ancora per la scomparsa dal calendario di circuiti iconici o per il rischio perenne che i tracciati che hanno fatto la storia dello sport spariscano ogni volta ma la realtà è chiara: se non fanno profitti, nessun circuito è al sicuro.

Un affare da mezzo miliardo

A parte i discorsi di circostanza ed i video fatti apposta per far impazzire il popolo della rete, le ragioni che hanno spinto Liberty Media a sbarcare nel deserto del Nevada sono estremamente pratiche: soldi, parecchi soldi. Il sito Sport Business, qualche tempo fa, rivelò come gli organizzatori della Formula 1 puntassero a generare almeno mezzo miliardo di dollari dal nuovo gran premio, cifra davvero impressionante. I dettagli non sono ancora stati resi pubblici ma la terza parte della campagna di conquista del mercato statunitense sta già raccogliendo un buon numero di munifici sponsor. Dopo l’annuncio che il nome della gara è stato ceduto alla famosa marca di birra Heineken Silver, qualche tempo fa si è saputo come T-Mobile, uno degli operatori di cellulari più grandi degli Stati Uniti, si fosse assicurato il titolo di provider ufficiale dei servizi wireless. Nel weekend del prossimo 16-18 novembre, il marchio di proprietà della tedesca Deutsche Telekom schiererà un potente network 5G pubblico, in grado di rendere ancora più performante la sua rete cellulare non solo sul circuito ma anche nel resto della metropoli del Nevada.

La soddisfazione di Emily Prazer, responsabile commerciale del GP di Las Vegas è palese: “Per un evento così speciale dovevamo avere un partner altrettanto speciale. T-Mobile ci aiuterà a creare il più grande e connesso evento sportivo al mondo”. La partnership si era già vista lo scorso novembre all’evento di lancio, quando 400 droni avevano illuminato il cielo di Sin City, città che ha puntato parecchio sullo sport, dall’hockey alla franchigia NFL dei Raiders, che si sono trasferiti qui da Oakland.

Non è dato sapere l’ammontare della sponsorizzazione, ma con i prezzi dei biglietti per il gran premio che vanno da un minimo di 500 dollari ad un massimo di 10000, non sarà certo un evento popolare. A chi è cresciuto con il mito di Villeneuve, Senna e Prost fa una gran tristezza, ma la Formula 1 è sempre più una macchina da soldi. Così è, se vi pare.

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