Muore mentre scarica le merci: Esselunga risarcisce 1,3 milioni

Muore mentre scarica le merci: Esselunga risarcisce 1,3 milioni

Quando Claudio Birolini venne travolto dal camion che doveva scaricare nel supermercato di via Washingotn, si era scordato di tirare il freno a mano. Tuttavia, se Esselunga avesse «eliminato le pendenze improprie del piazzale merci», la tragedia non sarebbe successa. Ne era convinto il pm, che aveva messo sotto inchiesta i dirigenti del colosso della distribuzione, accusato di aver risparmiato colpevolmente sulla sicurezza. Ieri, la società e due manager hanno patteggiato davanti al giudice, così come il rappresentante della ditta di trasporti per cui lavorava la vittima: 223mila euro la pena pecuniaria pagata da Esselunga per omicidio colposo (in via stragiudiziale il risarcimento ai parenti di Birolini è stato di un milione e 360mila euro), e un anno con la condizionale al vicepresidente con delega alla sicurezza Paolo De Gennis e al responsabile della direzione logistica Aldo Botta. I patteggiamenti sono stati accolti dal gup Andrea Ghinetti, che ha inoltre rinviato a giudizio altri quattro dirigenti della spa. Rigettata infine la richiesta della Cgil di costituirsi parte civile.
Secondo il perito nominato dal pm, Esselunga non aveva fatto abbastanza per «prevenire il reato di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla tutela della sicurezza sul lavoro». E questo, con un notevole «risparmio dei costi». Anche per questo Birolini sarebbe stato schiacciato da un camion contro un muro nell’area di carico e scarico merci del mega-store di via Washington. Vero, quando scese dal camion per aprirne i portelloni (era il 26 ottobre del 2009) aveva lasciato il motore acceso e si era scordato di tirare il freno a mano. Ma secondo l’accusa, questa morte si sarebbe potuta evitare se la società avesse provveduto all’«eliminazione delle pendenze improprie del piazzale merci del supermercato», se avesse realizzato «uno spazio di rifugio antischiacciamento» per gli autisti e se avesse organizzato «un sistema di sorveglianza continuativa dei conducenti al carico/scarico su piazzale da parte di personale debitamente addestrato».

Invece, era convinto il consulente della Procura, la mancata adozione delle necessarie misure di sicurezza aveva permesso a Esselunga di conseguire «un vantaggio per risparmio di costi di adeguamento antinfortunistico del supermercato, per risparmio di tempi e risorse gestionali, per aumento dell’efficienza logistica del supermercato», pari a centinaia di migliaia di euro. Esselunga fa sapere che «in materia di sicurezza investiamo 8 milioni all’anno, e che anche per l’anno in corso è previsto un incremento degli investimenti».

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