«Secondo voi è possibile che persone che lavorano per il Comune di Milano guadagnino 4 euro netti all'ora? È possibile che il netto full time dei custodi di musei e biblioteche a fine mese sia di 750 euro? In una città come Milano vuol dire mettere le persone alla fame». Il consigliere Pd Daniele Nahum è intervenuto duramente in aula giorni fa. Ha scoperto, dopo la manifestazione di protesta di 200 custodi delle biblioteche e dei musei civici, dalla Gam al Castello, quanto il capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico denuncia da mesi, almeno dalla scorsa primavera quando sindacati e lavoratori hanno indetto uno sciopero che dovrebbe - il condizionale è d'obbligo - cambiare le cose. Nahum comunque racconta con veemenza all'aula di aver sentito dall'ufficio la protesta che montava davanti a Palazzo Marino. È sceso coi consiglieri di maggioranza Monguzzi e Giungi e, dopo aver parlato coi lavoratori, spiega al resto dell'aula «perchè guadagnano così poco»: tutto risale ad un appalto del 2018 per i servizi di sorveglianza assegnato dal Comune (era già sindaco Beppe Sala) «con una base d'asta molto bassa».
La società subappaltante ha applicato il Ccnl Servizi fiduciari, «non quello che spetterebbe a questa categoria di lavoratori», e «in base a quel contratto abbiamo permesso» per 4 anni «e permettiamo tuttora che ci siano lavoratori del Comune che guadagnano stipendi da fame». Finalmente a maggio, dopo le proteste, i sindacati hanno trovato un accordo con il Comune, il contratto era in scadenza e hanno ottenuto che a partire dal nuovo si applicherà finalmente il Ccnl Federcultura, col raddoppio della paga oraria. Tutto bene? Niente affatto. I custodi sono tornati in piazza perchè, come riferisce anche Nahum ai colleghi, «il Comune non ha ancora pubblicato il bando, c'è già stata una proroga per altri sei mesi, fino a dicembre, e se non c'è ancora l'avviso si andrà avanti per altri tre. È vergognoso, ho depositato una domanda a risposta immediata per avere risposte in aula e andrò avanti finché non sarà lanciato il bando. C'è una questione di merito ma anche politica, in un Comune con maggioranza di centrosinistra grida vendetta che ci sia gente che presta servizi per 4 euro all'ora. E presenterò una mozione per verificare i contratti degli altri lavoratori esternalizzati. Dobbiamo imporre alla cooperative un salario minimo, un compenso orario decente. Un'istituzione pubblica non può sottopagare alla fame i lavoratori».
Il bando non è stato ancora pubblicato, è legato alle risorse del Bilancio di previsione 2023 e il sindaco Beppe Sala sta dicendo in questi giorni che c'è un «buco» nei conti importante, per questo sindacati e custodi sono sulle barricate.
«Finalmente una cosa di sinistra - ironizza il capogruppo Fi De Chirico -. Fa sorridere che la maggioranza sia scesa in piazza ora. Dov'è stata mentre il Comune continuava a prorogare gli appalti e denunciavamo lo scandalo?».
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