24 novembre, il giorno in cui i queeniani commemorano Freddie Mercury

Il cantante dei Queen morì il 24 novembre del 1991. La sera prima aveva rilasciato un comunicato in cui ammetteva di essere malato di AIDS

24 novembre, il giorno in cui i queeniani commemorano Freddie Mercury
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Oggi è il 24 novembre, sui social troverete più video e reel di Freddie Mercury del solito, perché oggi è il giorno che ricordano tutti gli amanti di Freddie Mercury, e gli ossessionati, come me (bisogna pur avere un'ossessione per sopravvivere), tant'è che a lui ho dedicato il mio ultimo romanzo, Volevo essere Freddie Mercury, ultimo nel senso che non ne scriverò altri e la storia di un'ossessione, perché sì, se non avessi fatto lo scrittore avrei voluto essere lui, ma siccome lui c'era già mi sono dovuto accontentare di essere me (creando un ingrombro notevole agli scrittori italiani miei contemporanei, la maggior parte dei quali quando morirò stapperanno uno spumantino, ed è giusto così).

Cosa succedeva il 24 novembre del 1991? È il giorno della morte di Freddie, e la sera prima rilasciò un comunicato, in cui ammetteva di essere ammalato di AIDS. Girano molte immagini generate con l'AI di come sarebbe stato Freddie oggi, un signore settantenne, ma c'è sempre qualcosa che stona, che non torna, come se Freddie non avrebbe potuto mai invecchiare come gli altri. Così come qualcosa, molto, non torna nel film a lui dedicato, Bohemian Rhapsody, da me odiatissimo (non posso più vedere Rami Malek), visto che lo fanno finire nel 1985, quando è sorprendente cosa ha fatto Freddie quando ha scoperto di avere l'HIV, nel 1987, in un periodo in cui era morte certa e terribile e anche stigma di terribili discriminazioni.

In AIDS avanzato continuò a registrare e perfino girò i suoi due ultimi video, a pochi mesi dalla morte. In I'm Going Slightly Mad inventa un personaggio memorabile, dando indicazioni anche al regista Rudi Dolezal. Nell'ultimo, These Are the Days of Our Lives, ormai scheletrico, si rivolge verso la telecamera, dicendo al suo pubblico "Ti amo ancora". Stava così male e l'accordo con la troupe era di girare solo una ripresa per strofa, ma l'ultima, il suo addio, la fece ripetere. Dopo "Ti amo ancora" sorride ed esce dall'inquadratura, lasciando un fondo nero. Uno dei più grandi scrittori italiani (io) l'ha definito "l'unica divinità non inventata dall'uomo". Lui, che perfino la sua morte la fece diventare leggendaria. D'altra parte era l'uomo che disse: "Non voglio essere una rockstar, io diventerò una leggenda".

In punto di morte il manager, Jim Beach, gli chiese disposizioni sul materiale ancora inedito, e lui gli disse: "Fatene quello che volete, basta che non mi annoiate". Mai noioso, era il suo motto. Mai annoiarsi. Perfino quando stai per morire da immortale. Ecco perché chi lo invecchia con l'AI non ha capito niente, quello sì è noioso.

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